Calhanoglu: “Mi vedo tra i primi 5 d’Europa nel mio ruolo”, poi il commento sul rinnovo

Il centrocampista turco dell’Inter, Hakan Calhanoglu, si è concesso ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. L’ex Milan ha toccato diversi temi, dal distacco del Napoli al rinnovo con l’Inter, concludendo con un pensiero al terremoto che ha recentemente colpito la Turchia.

La classifica il 3 marzo dice Inter a -18 dal Napoli. Come è possibile? 

“Nessuno si aspettava un’Inter così indietro. Il Napoli merita di stare lì, ma è colpa nostra, come lo scorso anno. Potevamo essere più vicini se non avessimo perso punti contro Monza, Empoli, Samp e Bologna: quelli fanno male. Nessuno riprenderà il Napoli, ma noi dobbiamo giocare a prescindere con l’atteggiamento giusto, quello visto con il Porto, in ogni partita. Poi ci teniamo a vincere la Coppa Italia e in Champions possiamo sorprendere…”.

Due Inter?

“Difficile da spiegare, anche io spesso mi chiedo perché. Se battiamo le grandi, è perché siamo forti per davvero, ma a volte con le piccole manca la giusta determinazione. È lì che si perdono i campionati. Ecco dove migliorare tutti insieme, nelle motivazioni e nell’atteggiamento in certe partite”.
Calhanoglu
Hakan Calhanoglu

Dalla sfida di Champions al miglior Calhanoglu di sempre: le parole

Che partita vi aspettate a Oporto?

“Una battaglia, in uno stadio che conosco bene. Con la Turchia lì abbiamo perso il playoff Mondiale col Portogallo: sul 2-1 abbiamo sbagliato il rigore del pareggio… Ma io credo davvero in questa squadra e in questa Champions: sogno di vincerla, magari quest’anno. So che è difficile, ma se passiamo poi può succedere di tutto… Per farcela a Oporto dobbiamo ripetere la prestazione fatta al Camp Nou”.

È questo il miglior Calhanoglu di sempre?

“Sì, senza dubbio. Sono migliorato in ogni aspetto, sono una persona più matura anche fuori dal campo. È la mia migliore stagione perché mentalmente mi sento sempre sul pezzo”

L’Inter in cosa ti ha completato?

“Dal primo giorno in cui sono arrivato, ho capito che qui c’era un’aria speciale. Diversa. Grazie ai compagni, allo staff e a tutti quelli che lavorano qui, mi sono sentito benvoluto subito. Poi la positività dei tifosi mi ha dato energia, carica e fiducia in me stesso: mi sento libero, so che mi sostengono anche quando sbaglio. Poi un altro scatto mentale l’ho fatto dopo questo terribile terremoto che ha colpito la mia Turchia: è un dolore enorme che mi ha scosso emotivamente. Ora mi emoziono di più in campo, sento di dover dare il massimo anche per regalare un sorriso a chi soffre. Per questo sono sempre più dentro alla partita”.

E adesso che è tornato Brozo, in mezzo come si fa?

“Nel calcio e nella vita esiste la concorrenza ed è un bene per tutti: le scelte sono poi dell’allenatore. Io devo solo essere protagonista, sta da mezzala che da regista, magari cambiando pure ruolo nella stessa partita. Anche grazie al rientro di Brozo, però, siamo uno dei centrocampi più completi d’Europa”.

Dal consiglio ad Asllani al rapporto con i tifosi del Milan

Che consiglio dà al giovane Asllani in panchina?

“Gli parlo molto, soprattutto quando lo vedo demoralizzato o dispiaciuto. A 20 anni anche noi eravamo come lui, spesso in panchina: in quest’Inter è difficile emergere, ma si impara molto. Lui deve stare calmo e lavorare, crescere nella personalità, diventare più tosto, poi arriverà il suo tempo perché ha qualità grandissime”. 

Quando si citano i migliori centrocampisti d’Europa, si parla dei Modric e dei De Bruyne, dei Casemiro e dei Pedri, ma mai di lei: è giusto così o si sente sottovalutato?

“Sì, mi sento sottovalutato. Non sono lontano dai nomi che ha citato, ho tutto per avvicinarmi a loro: per come sono cresciuto mi vedo tra i primi 5 d’Europa nel mio ruolo, lo dico con umiltà ma con consapevolezza. A volte, alcuni giocatori, che giocano per esempio in Premier, in questo momento possono avere più visibilità…”.

Mai successo che un ex milanista fosse così amato all’Inter: quando è scattata la scintilla?

“All’inizio i tifosi avevano dubbi, come è normale che sia: sostituire un gran giocatore come Eriksen venendo dal Milan non era facile. Ma io ero sicuro che, cominciando a giocare, sarebbe cambiata la musica e mi avrebbero apprezzato. L’amore è stato spontaneo, senza bisogno di gesti teatrali: è cresciuto pian piano senza una vera scintilla”.

I tifosi della sua ex squadra, però, non l’hanno mai perdonata e la insultano a ogni gara: cosa l’ha ferita di più nelle ultime tensioni col Diavolo?

“Mettiamola così: per metà della città sono un idolo e per metà un nemico. Metà mi ama e metà mi odia. In una stessa giornata mi è capitato di sentire per strada insulti milanisti e cori interisti. È qualcosa che ha a che fare col calcio: non sarò né il primo né l’ultimo a vivere una situazione così. Ma ormai non ci faccio più caso: il passato è passato. Ho un carattere duro che mi aiuta ad andare oltre. Diciamo che, se penso di avere ragione, mi difendo sempre, senza paura. E alla fine di tutto mi basta semplicemente l’amore del popolo interista”.

Un derby ai quarti di Champions le piacerebbe?

“Molto, sarebbe storia!”

Quanto siamo vicini al rinnovo?

“Sono orgoglioso che l’Inter voglia rinnovarmi e la mia volontà è restare qua. Ma io voglio rimanere a Milano anche dopo, restando nel calcio. Magari apro un ristorante 100% turco, che in città manca…”

Si vedrebbe bene con Kessie il prossimo anno?

“È un amico e un grande giocatore: qui i campioni sono sempre ben accetti… Parliamo tanto, è vero. Lui sa di giocare per una grande squadra, ma sa anche che l’Inter non sarebbe meno.”

Il ricordo del terremoto che ha colpito la Turchia

È passato quasi un mese dal terremoto: cosa prova adesso?

“Non dimenticherò quel 6 febbraio terribile. L’8 facevo il compleanno e non ho festeggiato minimamente. Perfino il cibo non aveva lo stesso sapore, vedevo i miei figli negli occhi di quei bambini rimasti da soli, al freddo. È stato un dolore mai provato e per fortuna la mia famiglia non è stata toccata. In questo momento difficile, siamo tutti uniti per aiutare il Paese e vedere il sostegno anche dall’estero mi scioglie il cuore. Vorrei solo che fossimo così solidali sempre, non solo nelle tragedie”

E lei con il calcio come sta aiutando?

“Abbiamo da poco fatto una conference call con la Federazione: tra le varie iniziative, aiuteremo a fornire dei container per gli sfollati. E personalmente sto cercando di coinvolgere alcune fondazioni e sportivi turchi per aiutare gli orfani: li sosterremo fino ai 18 anni, sarà il nostro gol più bello”
Impostazioni privacy