Intervenuto presso il Podcast dell’Inter trasmesso su Spotify Kickoff, Andrea Ranocchia, ex calciatore dei nerazzurri che ha detto addio al mondo recentemente, ha parlato così:
Addio al calcio? Ranocchia spiega il perché
Sulla scelta di dire addio al calcio: “La scelta l’ho ponderata in 10 minuti. Si sta bene, altrimenti non lo avrei fatto. Ho ancora la caviglia malandata e mi sto rimettendo per giocare a padel naturalmente. Mi sto adattando alla nuova vita, tra un po’ prenderò una scelta per il futuro. La decisione di dire addio al calcio l’ho presa praticamente dopo un’ora dal mio infortunio: ho capito subito che era una cosa grave e che la riabilitazione sarebbe stata lunga e faticosa. Mi son detto setto ‘Va bene così, son contento’. Pensavo all’addio già da diverso tempo, però credevo di rinviare tutto a fine anno. Poi l’infortunio ha velocizzato un po’ tutto. Ora, invece, ho acquistato una moto, sono impazzito”.
Sui 5 attaccanti peggiori da marcare: “Ho un ricordo terribile di Miccoli, era un’incubo. Al primo posto metto Milito, era un disastro: se non mi sono infortunato con lui. In mezzo ci mettiamo Osimhen, velocissimo. Poi Inzaghi, complicatissimo in area, e Pazzini, anche lui molto difficile da marcare”.
Sui compagni preferiti all’Inter: “Ve ne do tre, anche se son tanti. Brozovic e Barella li metto insieme, fanno morire dal ridere. Poi a Brozo lo massacravo sempre, era una presa in giro continua. Padelli perché è il mio grande amico, indiscutibile, e in concomitanza direi anche Berni: ora è a Ibiza e fa lo sciamano. Poi ci mettiamo Jonathan, il Divino: se parliamo di personaggi lui ci sta benissimo. Premesso che tutti i giocatori sono un po’ strani, metterei anche Stankovic e Chivu. Di Deki non avrei mai detto sarebbe diventato un allenatore, però è uno che ha carattere”.
Sui 5 momenti migliori vissuti in nerazzurro: “La vittoria della prima Coppa Italia nel 2011, con quella squadra lì e con quella maglia piena di patch: quando sono arrivato all’Inter discutevano su dove metterle perché era piena. Mettiamo anche gli anni terribili perché è un momento di lunga transizione e anche quello è da ricordare. Poi quando è arrivato Spalletti: ricordate il momento in cui mi ha difeso in preparazione da quel tifoso che mi aveva preso di mira? Eccezionale. Eravamo in ritiro, uno mi insultava: Luciano gli è andato incontro e da lì in poi nessuno mi ha più insultato. Bellissimo gesto per me. Poi metto la vittoria del campionato con Conte, ma è stata fantastica anche la vittoria al 120’ contro la Juve in Supercoppa“.