Marotta: “Inzaghi sta rispettando gli obiettivi. Noi favoriti? Allegri vuole metterci tensione”

Manca pochissimo al fischio d’inizio della sfida tra Juventus e Inter. La partita, valevole per la tredicesima giornata di campionato, può essere un crocevia fondamentale per entrambe le squadre. Il Napoli capolista dista 13 punti dai bianconeri, 11 dai nerazzurri.

I due tecnici hanno dovuto preparare la sfida senza poter contare su giocatori chiave. Inzaghi non potrà schierare Lukaku e Bastoni, portato in panchina ma ancora febbricitante. Allegri, invece, dovrà rinunciare a Vlahovic e Pogba.

L’ultima sfida tra le due squadre in campionato è finita per 0-1 a favore dei nerazzurri, grazie alla rete di Calhanoglu su calcio di rigore. L’allenatore interista Inzaghi spera di ripetersi quest’anno, ma Allegri ha ovviamente idee diametralmente opposte.

L’intervista di Marotta prima di Juventus-Inter

Prima del fischio d’inizio ha parlato ai microfoni di DAZN l’amministratore delegato Giuseppe Marotta, che si è espresso con queste parole:

Sulla partita di oggi ”Questa partita certifica il fatto che continua un percorso di risalita verso l’alta classifica. Di fianco ai numeri, conta la prestazione e dobbiamo essere convincenti per essere ancora protagonisti.”

Sul lavoro del tecnico ”Inzaghi è cresciuto molto come tutti noi. L’esperienza è un valore importante, anche per gli allenatori. Simone è giovane, ma ha già avuto un’esperienza importante alla Lazio. È arrivato con grandi credenziali e sta rispettando i nostri obiettivi. Si migliora giorno dopo giorno, abbiamo superato il girone di Champions e ora stiamo recuperando in classifica.”

Sulle dichiarazioni di Allegri ”La sfera psicologica e motivazionale hanno incidenza notevole per ogni squadra. Abbiamo vinto lo scudetto due anni fa, ci prendiamo la valutazione positiva di Allegri, che è un allenatore esperto e scafato. Attribuirci grandi meriti serve anche a lui per avere più stimoli. Fa parte del gioco, giochiamo contro una grande squadra che ora è in difficoltà come lo siamo stati noi.”

FEDERICO LUIGI DI MINGO

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