DigitalBits, che attacco: ”Ha firmato accordi che non poteva garantire!”

Negli scorsi mesi la questione DigitalBits è diventata di primaria importanza negli uffici di Viale della Liberazione. Il main sponsor ha, infatti, mancato di pagare i soldi dovuti all’Inter per la presenza del marchio sulle maglie da gara, provocando non poco nervosismo nei dirigenti nerazzurri.

L’accordo multimilionario siglato nella passata stagione avrebbe garantito alla società meneghina ingenti entrate. Tuttavia, la situazione rischia ora di passare nelle mani dello studio legale e non va esclusa una causa giudiziaria.

Antonello e il resto della dirigenza è ora alla disperata ricerca di un nuovo sponsor che possa sostituire DigitalBits sulla divisa. L’obiettivo è stipulare un nuovo accordo entro la fine dell’anno, in modo tale da avere le nuove divise per la ripresa del campionato a gennaio.

Giuseppe Marotta – Steven Zhang – Alessandro Antonello – Inter

L’attacco del CEO di Socios a DigitalBits

Sulla questione si è espresso anche Alexandre Dreyfus, CEO di Socios. L’importante manager, partner ufficiale dei nerazzurri, ha risposto tramite Linkedin a un utente, che chiedeva chiarezza riguardo la situazione fan token.

Dreyfus ha speso parole tutt’altro che lusinghiere nei confronti di DigitalBits:

“Prima di tutto, DigitalBits non ha nulla a che fare con i fan token. È una società di comodo vuota, che ha firmato accordi che non poteva permettersi con prodotto ZERO. Mi ero già espresso contro di loro (e altre ditte) alcuni mesi fa. Secondo: l’utilità. I fan token esisteranno sempre sulla blockchain e quindi rimarranno disponibili. L’unica domanda da porsi è: chi si occuperebbe dell’utilità se, per qualsiasi motivo, il club non volesse lavorare più con una società come Socios? Detto questo, nel primo trimestre del prossimo anno i club potranno integrare l’utilità delle API/siti web direttamente anche nelle loro app e piattaforme. I club che hanno avviato l’iniziativa sono impegnati a lungo termine e non c’è motivo per cui ciò non avvenga.”

FEDERICO LUIGI DI MINGO

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