Zanetti: “C’è sempre stata fiducia su Inzaghi”. Poi il commento sul mancato arrivo di Dybala!

Il vicepresidente dell’Inter, Javier Zanetti, presso l’Auditorium Santa Chiara di Trento è stato protagonista di un evento argentino al ‘Festival dello Sport 2022′. L’ex storico capitano dell’Inter, durante l’evento, ha parlato del periodo dei nerazzurri e anche del prossimo Mondiale. Di seguito le dichiarazioni del vicepresidente.

Inter Zanetti Dichiarazioni
Inter Zanetti Dichiarazioni

La prima domanda riguardava gli argentini che si trovano bene nel calcio italiano, Zanetti ha risposto così: “Di cultura, di come viviamo noi il calcio. Io ne approfitto della presenza di Bati per dire che è stato importante assieme a Sensini, Balbo, Chamot… Loro erano già da qualche anno in Italia quando mi chiamò l’Inter e mi dissero cosa mi sarei dovuto aspettare. Per me sono stati un modello da seguire. Noi ci adattiamo facilmente perché viviamo il calcio a 360°, c’è la voglia di imporsi, dare tutto, il senso di appartenenza”. 

Inoltre su Lautaro ha poi continuato:Lo abbiamo seguito per molto tempo, parlavo con Milito che era dirigente del Racing al tempo. La cosa bella è che quando acquisti un giovane non vedi ciò che può dare nell’immediato, ma quello che potrebbe dare nei successi 4-5 anni. Sta facendo i passi che un grande giocatore deve fare, è un punto di riferimento dell’Inter e della Nazionale. Tanti lo paragonano a Bati, sono contento e orgoglioso di questo perché ho contribuito a prendere un giocatore che oggi è un patrimonio dell’Inter”. 

Sulla mancanza di Lukaku: “Insieme hanno fatto bene, speriamo che Lukaku rientri al più presto perché abbiamo bisogno di lui e di tutti. Loro sono due protagonisti importanti”. 

Lukaku, Lautaro, Inter
Lukaku, Lautaro, Inter

Inoltre su Dybala ha risposto così: “Rimpianto? No, c’è stata una trattativa. Noi abbiamo preso Romelu e il parco attaccanti era al completo, sarebbe stato difficile prendere uno dello spessore di Dybala. A Roma lo vedo felice, conosco bene anche Mourinho che lo farà rendere al meglio”. 

Su Inzaghi e su come si rilancia l’Inter: “Si rilancia essendo consapevoli della nostra forza. Dobbiamo essere una squadra resiliente, umile, e poi dipenderà dalla nostra bravura di essere protagonisti perché io sono convinto che ci siano i presupposti per poterlo fare. Sempre c’è stata fiducia su Inzaghi, i meriti non sono mai di una sola persona. C’è un gruppo che ha obiettivi ben chiari e andiamo tutti nella stessa direzione”.

Inzaghi, Inter
Inzaghi, Inter

Quanto pesa il Mondiale in Qatar 2022 nella testa dei giocatori?Serve pensarci il meno possibile perché poi magari ti infortuni, conta tanto l’aspetto mentale più di quello fisico. La preparazione non è cambiata perché il giocatore si prepara per affrontare una stagione impegnativa col Mondiale in mezzo. La testa fa tanto, mentalmente bisogna essere forti sapendo che devi fare bene nel club se si vuole essere protagonisti in Qatar”.

Sull’assenza dell’Italia al Mondiale, Zanetti ha risposto così: “Mi spiace, mi sento italiano e non vedere la nazionale ai Mondiali mi dà tristezza. Conosco Mancio, so quanto ci tenesse. Bisogna rialzarsi, la sconfitta deve renderti più forte”.  E su come l’hanno presa gli italiani dell’Inter?Non la vivono bene, con grande tristezza perché loro hanno dato tutto per avere questa possibilità di andare al Mondiale. Gli toccherà vivere questo mese come tifosi, sono giovani e sicuramente avranno un’altra opportunità per provarci. Mi fa piacere se tanti italiani tiferanno Argentina”. 

Poi ha raccontato un aneddoto su Messi: “Ho avuto la sfortuna di affrontarlo nella semifinale di Champions, Mourinho al Camp Nou mi disse che dovevo marcarlo. Bel regalo che mi fece… Io e Samuel eravamo diffidati, ma ci è andata bene e siamo riusciti a non farci ammonire”. 

Quanto soffrivate Batistuta?Ci faceva sempre gol, purtroppo. Il mio percorso inizia in Argentina, in una squadra piccola, dopo due anni arriva l’opportunità dell’Inter che non mi aspettavo. Io guardavo il calcio italiano in tv e sognavo. Non sapevo se fossi pronto o meno, arrivavo in una città imponente come Milano. Il mio percorso di crescita si è completato in Italia. La foto con Rambert? Ero inguardabile, era la prima volta che mi mettevo un abito. Sono arrivato alla terrazza Martini con Mazzola, Facchetti e Bergomi, lì mi sono reso conto di dove fossi arrivato. Alla mia prima ad Appiano è scattato qualcosa, mi sono sentito subito a casa. L’Inter mi ha accolto come una grande famiglia, mi sono innamorato subito”. 

Inoltre ha parlato anche di Mancini e Mourinho, due grandi ex allenatori nerazzurri: “Due grandi allenatori, di grande personalità. Il Mancio ci ha portato la mentalità di iniziare il percorso di squadra vincente. Ricordo che la Supercoppa vinta contro la Juve per noi era come se fosse la Champions. José ci ha fatto far fare il salto di qualità in Europa creando un gruppo di uomini che ha alzato la Champions a Madrid. Con Benitez abbiamo vinto il Mondiale per club, ma penso che Mancini e Mourinho hanno fatto tantissimo per il club. L’anno del Triplete avevamo una grande mentalità, accettavamo di perdere solo se l’altra squadra faceva cose straordinarie”.  

Sul rapporto con Hodgosn e su quel gesto: “Mi pento e mi vergogno ancora di quella cosa. Ho sbagliato perché non capii il cambio, ci tenevo a rimanere in campo per dare il mio contributo all’ultimo secondo. Non fu una reazione da me, ma questo mi ha permesso di crescere”. 

Infine l’ex Capitano nerazzurro ha raccontato la differenza tra l’essere calciatore e vice Presidente dell’Inter: Completamente diversa, da giocatore hai il compito di allenarti e vincere la partita. Come vice presidente devi avere una visione a 360°. Quando ho saputo del ruolo ero contento e orgoglioso, dall’altra parte ho detto che mi sarei dovuto preparare. Non tutto è dovuto, mi sono messo a studiare in Bocconi perché voglio esser un dirigente non solo legato alla parte sportiva ma anche ad altre aree. Questo percorso mi sta portando ad avere una grande responsablità, ma ora sono preparato. La differenza la fanno i valori umani, se riesci a trasmettere quelli è fondamentale”. 

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