EDITORIALE – Yes I’M Inter: il diciannovesimo scudetto è servito

L’Inter conquista il diciannovesimo scudetto.

Campioni d’Italia

Come nei migliori romanzi epico-cavallereschi il re incontrastato viene deposto, dopo nove anni di sofferenza.

Quello stesso dominio cominciato per mano di chi, stavolta, regala la gioia ad un popolo che non gioiva da troppo tempo: Antonio Conte.

Termina il regno e i colori delle bandiere bianconere si tingono di nerazzurro, come nella notte stellata di Van Gogh. È un tripudio di gioia per il popolo nerazzurro, il cui ultimo titolo risaliva a dieci anni prima e l’ultimo scudetto undici.

Termina la sofferenza e il popolo interista torna a sorridere dopo undici anni di sofferenze e progetti tecnici non all’altezza.

È lo scudetto della famiglia Zhang, che ha mantenuto le sue promesse. Ha preso un’Inter allo sbaraglio e le ha donato un progetto vincente, solido, impeccabile. Ha speso tanto sul mercato e i risultati si sono visti sul campo.

È lo scudetto di Antonio Conte, l’uomo che l’ha conquistato con tre squadre diverse e di Beppe Marotta che, dopo aver aiutato la Juventus a vincere torna a festeggiare in un’altra piazza.

Spesso tacciati di essere anti-interisti, con la migliore professionalità del caso hanno dimostrato di essere totalmente avvolti nel progetto Inter e di avere la stessa voglia di gioire dei tifosi.

È lo scudetto delle prime volte: Handanovic solleverà il primo titolo della sua carriera e il primo da quando è in nerazzurro, dopo aver dimostrato oltre alla sicurezza tra i pali, un’incredibile leadership da capitano nei momenti più difficili.

E come lui festeggeranno un titolo nazionale per la prima volta i giovani Bastoni, Barella, Lautaro, ma anche i più esperti come Eriksen, De Vrij, D’Ambrosio, Ranocchia.

È lo scudetto di Lukaku, trascinatore indomabile di questa Inter, ma non solo per i gol: col suo carisma, con la sua forza di volontà ha dato ai nerazzurri un apporto caratteriale immenso, facendo uscire la squadra dai momenti di difficoltà.

È lo scudetto di Darmian e Sanchez, raramente titolari, ma fin troppo decisivi.

È lo scudetto dei tifosi che, dopo anni di sofferenze, possono abbandonare i sentimenti di rabbia e tristezza per esplodere, finalmente, in un tripudio di commozione e felicità.

È lo scudetto dei nerazzurri che non ci sono più, come Bellugi e Simoni che dall’alto aiutano a pitturare il cielo di neroblù.

È lo scudetto di tutti: MILANO È NERAZZURRA, L’ITALIA È NERAZZURRA.

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