Inter-Fiorentina: indizio di una promettente, pazza stagione

Che poi, perché seguiamo il calcio? Perché ci diverte, ci appassiona, ci fa emozionare. E anche perché è una metafora della realtà, un modo teatrale per riassumere la vita in 90 minuti, tante vite in tante partite. E così capita, come nella vita reale, fuori dal palcoscenico, che ci siano delle verità inconfutabili, che alcune cose non cambino mai. E in fondo è giusto così.

C’ERA UNA VOLTA LA PANCHINA CORTA

Inter-Fiorentina è una di quelle certezze che resistono ai cambi di calciatori, di allenatori e di presidenti: sempre piena di gol e quasi sempre teatro di grandi ribaltoni. La partita di ieri aveva un ruolo importante: per l’Inter era la prima di una stagione nuova, una stagione dove si respira un’aria diversa.

Tra vecchie guardie, grandi campioni e pupilli di Antonio Conte, la rosa nerazzurra vive quest’anno una nuova primavera, non in termini di età ma di spirito. Sicuramente non si vedeva una panchina con così tanta qualità e quantità da tanti, troppi anni come i 9 che separano l’Inter dall’ultimo trofeo vinto.

E Conte aveva lamentato proprio la panchina corta nel suo primo anno di Inter, quello che doveva essere l’anno della conversione, del “no more Pazza Inter”. Ma ci sono cose che proprio non cambiano. E infondo è giusto così. Perché un tifoso interista ha vissuto sempre un po’ di pazzia, anche quando l’Inter faceva paura a tutti, quando vinceva titoli su titoli.

LA RICETTA DEI MIX VINCENTI

Certamente essere pazzi e incostanti è diverso da essere pazzi e vincenti. E certamente alcuni mix possono diventare vincenti, a patto che vengano fatti bene, rispettando tutte le componenti del mix. Quella del DNA e della storia nerazzurre e quelle di chi ha chiesto all’Inter un’inversione di tendenza.

L’anima della squadra, del club, non può sopperire: per questo se tutti remano per l’Inter e rispettando l’Inter, si può arrivare infondo. Conte e la società dovevano limare alcune incomprensioni e alcune distanze importanti, ma sempre nel rispetto della squadra nerazzurra, di chi soffre e gioisce per le sue battaglie. L’anno scorso si è cercato un cambio drastico e sono arrivati risultati straordinari con le semifinali di Coppa Italia, il secondo posto in campionato, e il trionfo appena sfiorato in Europa League.

Ma è mancato qualcosa, quell’amalgama vincente tra Conte e l’ambiente. Conte, dopo aver sfiorato la vittoria, ha capito che forse c’è bisogno di più “calma”, meno irruenza e più fiducia nell’Inter. Fiducia sicuramente aumentata dopo il famoso “patto di Villa Bellini”, dove dirigenza e allenatore hanno chiarito insieme la strada da intraprendere, bilanciando le attenzioni economiche della società con l’esperienza chiesta dal mister.

UNA ROSA PIÙ COMPETITIVA

Persino l’allenatore nella conferenza tenuta venerdì insieme a Marotta, ha confessato che deve godersi di più il percorso, il momento e i risultati raggiunti.

E così la prima partita della stagione 2020/2021, pazza e anomala già di per sé, ci ha regalato una partita al cardiopalma ribaltata da chi? Dai giocatori entrati dalla panchina: Hakimi, Sensi, Vidal, Nainggolan, Sanchez, hanno cambiato volto al match. Finalmente Conte può voltarsi indietro e sorridere. Come deve essere sempre per le squadre vincenti, come lo è stato per la prima era Mancini e l’era Mourinho nella prima decade del 2000.

L’anno scorso c’è stata l’Inter di Conte, quest’anno inizia con un Conte felice, un’Inter pazza e una rosa più competitiva. Perché i cambiamenti vanno fatti sempre rispettando e sentendo l’ambiente, perché ci sono verità che non cambieranno mai.
E allora buona stagione, Pazza Inter.

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