Una notte più grande di quanto appare

Una notte più grande di quanto appare si avvicina silenziosamente, senza far rumore.
Il suono dei tacchetti risuona nelle orecchie di tifosi e gufi, di appassionati e non.
L’odore di un prato europeo reso fragrante dall’aria di agosto e dalla luce dell’ultimo faro che illu mi mina l’attore, intento a pronunciare l’ultimo verso di uno spettacolo magnifico, è ciò di cui l’Inter e il calcio italiano hanno bisogno.


La coppa, illuminata dagli ultimi strascichi di luce del faro stanco, risplenderà in un teatro rimasto vuoto fin troppo tempo. Nel suo momento di massimo splendore, al suo interno, una sempre meno grezza consapevolezza sarà pronta a strabordare e disposta ad urlare a chiunque abbia il coraggio di avvicinarsi che questo sarà solo il principio, in favore di un teatro ormai stanco di rimanere vuoto. E, mentre il sipario comincerà a calare lentamente e la luce del faro ad affievolirsi sempre più, la coppa lancerà nuovamente uno sguardo al fondo dell’amico teatro con la voglia di tornare, il più presto possibile, a rivivere l’intensità di questi momenti.
E, quando il sipario sarà completamente calato e dei fotoni rimarrà solo il ricordo, è lì che prevarranno fame, sete e voglia di non far allontanare quella luce così intensa.
A noi spettatori, invece, non ci resta che godere di questi momenti.

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