Conte: “Per scrivere la storia bisogna vincere”. Handanovic: “Gruppo forte”.

Il tecnico dell’Inter, Antonio Conte, da la carica alla squadra, nella conferenza stampa alla vigilia della finale di Europa League, contro il Siviglia. Al suo fianco ci sono anche Samir Handanovic e Diego Godin.

LA STORIA LA SCRIVE CHI VINCE

Sono diversi i temi su cui si esprime Conte, dall’importanza della partita, al lavoro svolto sin qui, fino alle sue esperienze in una finale.

L’IMPORTANZA DI GIOCARE LA FINALE

Il mio pensiero è rivolto al club e ai calciatori che devono giocare al massimo in queste partite. Personalmente, è il quarto anno che partecipo a competizioni europee e ho fatto tutti gli step: i quarti di Champions e in Europa League mi gioco la finale, è bello. Ci tengo in modo particolare per i tifosi e il club. Sono dieci anni che mancava una finale e sono tanti“.

IL LAVORO DELLA SQUADRA

“Lavoriamo da tempo, è normale che certe nozioni vengano immagazzinate e per altre ci sia un rigetto, ma ora stiamo trasformando il lavoro tecnico-tattico che abbiamo fatto. Il gruppo è migliorato tanto ed è merito loro perché c’è sempre stata abnegazione e hanno creduto in ciò che ho proposto. Adesso c’è molto più coraggio nel fare cose, di cui prima avevamo paura”.

IL SEGRETO PER VINCERE

Per vincere dovremo dare tutto. Abbiamo meno esperienza di loro, perché in questi ultimi anni il Siviglia ha scritto pagine di storia importanti. L’importante sarà essere liberi mentalmente. Certe occasioni possono ritornare, ma il solo modo per scrivere la storia di un club è vincere“.

VITTORIA E SCONFITTA

Mi sono accorto che la gente si ricorda di te solo quando vinci. È solo quando si vince che si passa alla storia. Ho giocato e vinto una finale di Champions, ma ne ho perse altre tre in finale, eppure tutti si ricordano solo di quella vinta. Dobbiamo essere consapevoli di aver fatto un percorso importante e orgogliosi di aver raggiunto una finale, dopo dieci anni. La storia la scrive chi vince. Questo è un peccato, ma da anche una spinta in più per provare a vincere“.

VINCERE CON L’INTER

L’accordo era che, se avessi accettato l’incarico, avrei dovuto avere la minima possibilità di vincere qualcosa. Per chi ha lavorato con noi, la voglia di migliorare cresceva giorno dopo giorno e il gruppo è da elogiare per l’impegno mostrato, per fare qualcosa da protagonisti. Penso che alla fine di tutto siamo comunque riusciti ad essere competitivi in ogni competizione e va ad onore dei ragazzi. Con il tempo ho visto che le idee cominciavano a essere assimilate e così sono aumentate le nostre possibilità di vincere. Dovremo dimostrare sul campo di meritarlo, contro una squadra difficile. Godiamoci il momento e al tempo stesso cerchiamo di regalare questa gioia“.

COSA FA PAURA DEL SIVIGLIA

Paura non è una parola che fa parte del mio vocabolario, ne di quello dei miei calciatori. C’è grande rispetto per l’avversario, per la squadra e la storia. Loro hanno più esperienza nella competizione ma se siamo qui è perché abbiamo le nostre carte da giocare e cercheremo di giocarcele nel migliore dei modi“.

VIVERE IL MOMENTO

Negli anni ho imparato a vivere i momenti e ora sto vivendo questo. Ho accanto due campioni come Godin e Handanovic, alla vigilia di un appuntamento importante, e so che domani ci sarà da vivere una finale. Bisogna pensare ad adesso, vivendo tutto senza rimpianti“.

FORTI SOLIDI E COMPATTI

Ad Handanovic viene chiesto come vede il suo ruolo da capitano e componente storico dell’Inter e quale sia il segreto dell’unità del gruppo.

UN MEMBRO STORICO DELLA SQUADRA

Sono arrivato qui per vincere. Alcune situazioni dell’anno scorso non ce l’hanno permesso, ma ora si riparte da qui: giocare queste partite deve diventare l’abitudine come 10-15 anni fa. Oggi possiamo dire che siamo al punto di poter giocare per qualcosa di importante anche per il futuro. Sono orgoglioso di essere qui oggi, ma allo stesso tempo quando sono arrivato avevo in mente di vincere“.

IL SEGRETO DEL GRUPPO

Noi stiamo bene insieme, poi vincere ogni tre giorni da felicità e consapevolezza e da lì abbiamo saputo correggere gli errori. C’è voglia di sacrificarsi e saper vincere le partite, da parte di tutti, perché a volte bisogna saper leggere le partite e non soltanto fare ciò che chiede l’allenatore. In questo siamo migliorati e il gruppo è forte, solido e compatto“.

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