EDITORIALE – Antonio Conte sfida l’irrazionalità del mondo interista

La squadra nerazzurra non è riuscita a riscattarsi dalla bruttissima prestazione contro il Bologna.

Un’ardua missione quella di Antonio Conte

Juwara e Barrow hanno ribaltato una partita che sembrava essere quasi in cassaforte. In seguito alla disfatta, il mondo nerazzurro si è riempito della presenza di teorici ed esperti di calcio. “Questo centrocampista non è da Inter”, “Quest’altro invece si deve svegliare”, “L’allenatore doveva sostituire questo con quest’altro”. Migliaia e migliaia di teorie sul perché l’Inter abbia perso e su come l’Inter possa tornare competitiva.

Molto probabilmente, la maggior parte dei tifosi ha riso di fronte a questi post. Si tratta di una risata amara, certo. Ma anche consapevole.

Consapevole del fatto che tifare Inter è come firmare un patto con Mefistofele. Vedi il Paradiso, lo tocchi con mano, la tua fame e i tuoi desideri si saziano all’improvviso. Ma poi? Tocca scontare le conseguenze del tifare Inter, appunto. Tocca passare un inferno durante tutte le partite, persino le amichevoli più inutili.

Goleade come in Inter-Brescia, rimonte stile Inter-Milan, Lazio-Inter, il Triplete. Tutti attimi in cui il tifoso interista ha toccato con mano il Paradiso sopracitato. E allora le saccenti teorie, magicamente, vengono a mancare.

Come se già non fosse abbastanza palese: l’Inter non è una squadra come le altre. L’Inter non vive di razionalità, rappresenta la massima espressione dell’irrazionalità calcistica. È allergica alle teorie, è allergica alle previsioni. Quando decidi di tifarla, ti viene affidato un bugiardino in omaggio, ma ormai nessuno ne tiene più conto.

Hellas-Inter, ad esempio, è stata l’ultima prova del fatto che le occasioni servite su un piatto d’argento non sono ben gradite dai nerazzurri. All’Inter piace attraversare l’Inferno, dal primo fino all’ultimo girone.

Antonio Conte è arrivato per questo: ha deciso di sfidare tutte le creature malefiche che vivono nella coscienza interista. Non è da dimenticare il famoso “Niente più pazza Inter” pronunciato a inizio stagione: in pratica vuole riscrivere, letteralmente, la storia dei nerazzurri.

Dunque la domanda da porsi è la seguente: i tifosi interisti sono disposti ad abbandonare il Mefistofele una volta per tutte, e a vivere le stagioni in maniera normale? Se sì, purtroppo, serve pazienza. Una caratteristica che il tifoso interista non ha mai avuto, paradossalmente. Perché un giocatore come Eriksen, da sempre annoverato tra i più forti centrocampisti al mondo, è diventato da buttare.

Se la risposta alla domanda precedente dovesse essere negativa, beh, allora carta bianca ai vari teorici. Ci penseranno loro a riempire le vite dei sostenitori nerazzurri.

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