L’anno zero: quando la fretta è la contendente al titolo

La fretta è sempre nemica del tempo e il pragmatismo di Conte non si sposa con l’istintività.
La razionalità è utile per conseguire un fine concreto e la fiducia è alla base del conseguimento di un qualunque obiettivo, comune e non.
La vita di oggi, così come il calcio, è caratterizzata da un’ossessiva ricerca di un fine a discapito dei mezzi: tutto si muove veloce e attendere risultati può risultare angosciante.

L’ANNO ZERO

Ad oggi la Beneamata si trova in quello che è il suo anno zero.
I cambiamenti sono radicali e comprendono contesti che vanno da quello societario a quello di campo

Antonio Conte è colui che ha deciso di prendere in mano quella che potrebbe essere per lui una sfida estremamente ardua: farsi carico dell’Inter, squadra vedova di trofei dal lontano 2011, e riportarla a quei vertici che faticosamente cerca di ritrovare anno dopo anno.
Lui che fa del riportare alla luce squadre depresse il suo cavallo di battaglia non ha intenzione di tirarsi indietro, ma ha bisogno di tempo e soprattutto fiducia.
Nella storia del calcio sono tanti gli allenatori che, nonostante progetti convincenti, hanno dovuto abbandonare la nave in pochi mesi data la fretta e furia dei tifosi. L’Inter lo sa bene.
D’altro canto la storia è ricca anche di allenatori, il più recente Klopp, che nonostante campagne di mercato faraoniche (il Liverpool, nonostante alcune cessioni importanti, si trova al bilancio con -119,53 mln € negli ultimi 5 anni) e anni di delusioni, ha portato in trionfo una città che sognava quel momento da tanti anni.

La fretta è nemica di tutto ciò che si vuole costruire con cura e con perfezione, ed i cambiamenti radicali ne rallentano il percorso.
L’Inter è nel suo anno zero, ed ha bisogno del calore e della vicinanza dei suoi tifosi per costruire, assieme a loro, un futuro auspicabilmente glorioso. E Conte è colui che vuole rendere tutto ciò tangibile.

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