Dai fischi di San Siro alla fascia nel derby: la risalita di Brozovic

Due anni fa, l’11 febbraio 2018, Marcelo Brozovic si era messo contro tutto San Siro rispondendo alla pioggia di fischi che lo accompagnava al momento della sua sostituzione in Inter-Bologna (2-1). I giornali parlavano di “caso Brozovic“, di una “rottura insanabilecon la tifoseria che avrebbe senz’altro portato ad un addio in estate. Non andò così…
Subito dopo aver toccato il fondo, Brozovic ha iniziato la sua risalita. Già Spalletti gli aveva regalato un posto in pianta stabile nella mediana nerazzurra e lui aveva ripagato la fiducia: il ritorno dell’Inter in Champions; la crescita della stagione 2018/19; la consacrazione in quella 2019/20… in tutte queste occasioni, il croato ha messo la sua – pesante – firma.
Ho trasformato i fischi in applausi“, niente di più vero.

UN PO’ EPIC, UN PO’ SACERDOTE

Prima di essere uomo derby il 77 ne ha fatta di strada. È rientrato all’Inter da vice-campione del mondo. Giocare la Champions League lo ha fatto crescere e, anche se non sono arrivati i risultati sperati dal campo, il mondo del calcio ha iniziato a notarlo. Prima Adani, commentando Inter-Tottenham, lo definisce: “sacerdote che predica il calcio in mezzo al campo” (soprannome che lo segue come un’ombra); poi lui stesso si pubblicizza con la “mossa del coccodrillo” in casa del Barça… a dir poco epico.
Questo Marcelo Brozovic si è costruito il proprio destino, un destino grande a tal punto che anche Antonio Conte ha deciso di consegnargli le chiavi della sua Inter.

LEADER NEI DERBY

Arriviamo finalmente ai giorni nostri: febbraio 2020. Brozovic non è più uno qualunque, un potenziale esubero. Oggi Brozovic è un riferimento per tutti, squadra e tifosi. Ha le capacità per guidare il gruppo psicologicamente, oltre che calcisticamente. Ed ecco che con l’assenza di Handanovic è lui a ricoprire il ruolo di capitano in una partita importantissima come il derby. Dopo il gol dell’andata eccone un altro, ancor più importante, che permette agli uomini di Conte di risollevare la testa e compiere l’impresa di rimontare lo 0-2 a 4-2.
Facciamo fatica a pensare ad un Inter senza di lui e per questo il rinnovo potrebbe arrivare presto: perché correre il rischio di farselo soffiare dalle big d’Europa? Marcelo deve continuare a scrivere la sua pazza storia interista.

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