Match analysis – Cuore, fango e Brozo: l’Inter fa sette su sette in trasferta

Ha vinto ancora l’Inter, e lo ha fatto per la settima volta consecutiva lontano da San Siro. E lo ha fatto, inoltre, contro un ex – Walter Mazzarri – “maledetto” sotto questo aspetto, che contro i nerazzurri non aveva mai perso dopo la separazione.

L’INTER SFRUTTA IL CAMPO, IL TORINO NO: LA CHIAVE DELLA GARA

Innanzitutto un pensiero, quello che ronzava nella testa della grande maggioranza dei tifosi interisti al termine della partita. Barella dovrà stare fuori per un mese, rientrerà dopo la sosta natalizia. L’ennesima notiziaccia per una squadra sempre più ridotta all’osso, che certamente può contare un credito esoso nei confronti della dea bendata.

Detto ciò, passiamo all’analisi della gara: tutti i discorsi relativi a modulo, interpretazione tattica e duelli individuali sono stati immediatamente smontati dalle condizioni meteo. Il diluvio che si è abbattuto per tutta la giornata su Torino ha inevitabilmente finito per condizionare l’intera partita, diventata molto più fisica e grintosa che non qualitativa. In quello che poteva però essere un terreno a vantaggio dei padroni di casa, l’Inter è stata brava a sbloccarla praticamente subito col sesto centro in campionato di Lautaro, bravo ad approfittare degli spazi concessi dalla difesa granata.

Il vantaggio spiana la strada ai nerazzurri, sorretti dalle geometrie di Brozovic in mezzo al campo e dalla solidità del terzetto difensivo. Va detto, però, che l’infortunio di Belotti ha reso il lavoro alla “GDS” un po’ più semplice, data la condizione non proprio ottimale di Zaza.

Il secondo gol porta la firma di De Vrij, bravissimo a raccogliere un cross di Biraghi dopo un angolo corto sul secondo palo, sottolineando ancora una volta le lacune difensive di Nkoulou e compagni. La pioggia non accenna a smettere, contribuendo al crollo dei ritmi della gara, complice anche la paura del rischio infortuni. Al tramonto del primo tempo Handanovic compie un miracolo su una deviazione sfortunata di Vecino, che permette all’Inter di chiudere in controllo e senza reti al passivo il primo tempo.

Nella ripresa i nerazzurri scelgono di consegnare il pallino del gioco al Toro, chiudendosi dietro senza rischiare troppo la giocata o l’uscita palla al piede. Il sigillo di Lukaku è la ciliegina sulla torta. il sigillo all’ennesima prestazione di cuore e carattere di un’Inter solida. Perchè questa squadra è solida. Più degli infortuni, più delle condizioni meteo. Una squadra che sa andare oltre le proprie difficoltà, che sta assumendo sempre maggior consapevolezza nei propri mezzi. Una squadra che può contare su una coppia gol da 16 reti e su un centrocampista di intelligenza superiore.

Forse è ancora troppo presto per dire dove quest’Inter potrà arrivare, specialmente se si pensa ai tracolli degli ultimi anni. L’unica, grossa, differenza rispetto al passato però è quello che i giocatori consegnano a chi li guarda. Concentrazione, carattere. Ma anche tecnica, spregiudicatezza e voglia di osare. Basterà tutto questo per tenere testa a una Juventus che, in un modo o nell’altro, non lascia un punto neanche per sbaglio?

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