L’ALBA DEL GIORNO DOPO – Chi si ferma è perduto

Un’alba più amara che dolce quella che accoglie gli sportivi interisti. Un’alba che sa di rammarico e di occasione sprecata dopo una sfida dai due volti e dalle mille occasioni, con un’Inter più cornice che quadro per un’intera frazione di gioco.

LA PARTITA

Al Meazza il Parma rischia di mettere a segno un laltro colpaccio. Alla fine riesce solo in metà dell’opera. Mica male, per loro. Schivato il Sassuolo, l’Inter si imbatte nella sua nuova bestia nera, uscendo dal campo a testa sicuramente alta ma con la consapevolezza che si poteva, e si doveva, fare di più. Testa alta per la spallata data al match al rientro in campo nella ripresa, giocato con intensità e autorevolezza, dopo un primo tempo suicida. Un primo tempo, di nuovo, da Pazza Inter. Dopo un avvio coraggioso dei ducali, infatti, i nerazzurri cominciano lentamente a incnalre la partita verso la propria rotta, andando persino in vantaggio. Poi il fattaccio. O meglio, i fattacci: Brozovic rispolvera la sua versione peggiore e regala due palle gol nitide agli uomini di D’Aversa, che puntualmente le frecce Karamoh e Gervinho finalizzano. Nel secondo tempo si presenta un’altra Inter e un altro Brozovic, ma il danno è fatto. Complici un po’ di sfortuna e imprecisione, sarà solo 2-2.

GUARDARE AVANTI

Un pareggio che non può lasciare soddisfatte le aspettative ambiziose della nuova Inter. Un pareggio che può insegnare tanto. Al campionato insegna che i cantieri a Milano e Torino sono ancora aperti: non sono più le squadre di Allegri e Spalletti, non sono ancore quelle di Sarri e Conte. La testa della corsa non si è ancora allontanata dal gruppo. All’Inter, invece, deve insegnare la costanza. Quel cinismo e quella attenzione brutale visti in Champions col Borussia dovranno essere il marchio di fabbrica per tutte le partite più complicate. Detto del periodo intenso e della panchina non chilometrica, ieri sono mancati entrambi. Se contro il Borussia la squadra era stata aiutata dal singolo, ieri sera dal singolo è stata tradita. Ora vietato piangersi addosso, e, soprattutto, vietato fermarsi, perchè con questo calendario chi si ferma è perduto. Martedì Brescia, poi Bologna, poi Borussia bis, poi Verona. Tre trasferte di fila prima dell’impegno con gli scaligeri: da questo tour de force potremo capire di che pasta è fatta veramente questa Inter.

 

 

 

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