Inter-Parma occasione fallita, ma si vede la mano di Conte

Una partita difficile, Inter-Parma, che ha messo di fronte due squadre in forma e convinte dei propri mezzi. Una vittoria avrebbe rappresentato un’ulteriore iniezione di fiducia, oltre che il ritorno al primo posto. Così non è stato: ora occorre domandarsi il perchè e ripartire.

IL RISULTATO NON SORRIDE, MA SI VEDE LA MANO DI CONTE

Partiamo dalla fine. Detto che il risultato non è bugiardo, se l’Inter avesse portato a casa i tre punti non si sarebbe gridato allo scandalo. Cosa non scontata all’intervallo, quando la prospettiva di una seconda frazione piena di errori era più che mai reale. Ed è proprio questa la parte mezza piena del bicchiere, seppur amaro, che Antonio Conte deve mandare giù: una seconda frazione unicamente a marchio interista ha scacciato via ogni fantasma della sconfitta, per far sopraggiungere la speranza nella vittoria. E in questo già si vede l’inconfondibile mano del tecnico. Oggi si sta parlando di due punti persi, un anno fa sarebbero potuti essere tre.

OCCASIONE SPRECATA, ORA GUARDARE AVANTI

Un bicchiere pieno a metà ha però una parte inevitabilemente vuota. Al Meazza c’è stata la reazione, ma non c’è stato il risultato. A far rammaricare ancor di più il popolo interista è il risultato della Juventus, che era scivolata al Via del Mare di Lecce concedendo anche lei il pareggio ai padroni di casa. Dopo un derby d’Italia perso meritatamente, tornare in testa avrebbe dato quella carica che i molti impegni ravvicinati rischiano di togliere. I motivi dell’occasione sprecata sono, parzialmente, gli stessi che hanno portato alla sconfitta coi bianconeri: la mancanza di ricambi all’altezza. Le dichiarazioni di Conte nel post gara ne sono l’ennesima conferma. “Sono preoccupato” ha detto a Sky “Stiamo giocando ogni tre o quattro giorni, ed è quattro partite che giocano sempre gli stessi. In questo modo si accumula molta stanchezza anche a livello mentale e diventa difficile fare errori. Dobbiamo fare delle valutazioni con la società“. Una dichiarazione forte, che però suona più come monito che come minaccia: difficile restare competitivi su più fronti senza ricambi. In questo senso sarà fondamentale un ultimo tentativo di rivitalizzare Vecino, ma la sensazione è che per assecondare le ambizioni di inizio stagione un aiuto debba arrivare al mercato di gennaio.

In ogni caso non è ancora l’ora delle conclusioni, ci mancherebbe. La squadra deve assorbire la partita e trarne un insegnamento, per poi iniziare una nove giorni di fuoco che la metterà di fronte alle trasferte di Brescia, Bologna e Dortmund. Fondamentali per non perdere il contatto con la vetta in campionato e per regalarsi il sogno ottavi in Champions.

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