San Siro, Inter e Milan incontrano la Soprintendenza? Serve chiarezza su vincolo storico-relazionale

Inter e Milan incontreranno probabilmente oggi la Soprintendenza, come riporta il Corriere della Sera, per valutare se davvero su San Siro grava un vicolo ministeriale. Le squadre chiedono chiarezza al più presto riguardo alla situazione dello stadio.

DEMOLIZIONE SÌ O NO?

La Soprintendenza guidata da Antonella Ranaldi si era già schierata contro la demolizione: “La demolizione non è l’unica opzione per il Meazza: valutate ipotesi alternative come l’adeguamento e la trasformazione dell’impianto”. Le motivazioni sono riassumibili nel vincolo storico-relazionale a cui lo stadio potrebbe essere sottoposto, come luogo di memoria e di legame di indentità con una comunità. Inoltre la struttura aggiunta  negli anni ‘50 è da considerarsi significativa dal punto di vista architettonico.

Il Politecnico con il rettore Ferruccio Resta si schiera invece a favore della demolizione, evidenziando da un lato l’impossibilità di un restyling di San Siro come lo chiedono le squadre, dall’altro l’impossibilità di riconvertire il vecchio impianto ad altra funzione.

 

LE POSIZIONI POLITICHE

Il percorso politico-amministrativo è ancora lungo e complicato. Si svolgeranno altre due commissioni consiliari in settimana, una con Hines, acquirente della zona intorno allo stadio, una con gli uffici dell’urbanistica.

Il Consiglio comunale discuterà a novembre e già sembra diviso sul tema demolizione o no.

Fabrizio Di Pasquale di Forza Italia afferma: ”Prima di demolire una proprietà comunale che vale cento milioni e su cui il Comune ha investito il doppio occorre una perizia, fatta da un soggetto veramente terzo, che certifichi le due ragioni addotte dalle società per la opzione nuovo stadio: impossibilità di modernizzare San Siro e necessità di giocare tre anni fuori Milano. Solo dopo accetteremo di votare un documento d’indirizzo politico“. 

Di contro le parole di Filippo de Barberis del Pd”Trovo grave che venga sospettata di parzialità un’istituzione così autorevole come il Politecnico che ha espresso un parere pro veritate assolutamente inattaccabile”.

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