Spalletti – Inter: “O ti amo o ti ammazzo”

Spalletti chiedeva 12 mesi. Marotta ne offriva 6. Salta tutto!

“O ti amo o ti ammazzo, pioggia che annega ma rinfresca, sei una chicca che mi fotte la testa, o ti amo o ti ammazzo”. Potrebbe tranquillamente riassumersi così, con i versi del celebre brano di J-AX, la telenovella che doveva portare Luciano Spalletti sulla panchina del Milan e che ha favorito invece l’approdo di Pioli in rossonero.

Motivo? L’incapacità di trovare un accordo con l’Inter e Marotta. L’impossibilità di trovare una soluzione con la squadra alla quale qualche mese prima si professava amore senza remore. Proprio come in una storia d’amore.

L’amore del buon Luciano per i colori nerazzurri e per il giovanissimo Presidente Steven. Roba che quando finisce “ti fotte la testa“. Non c’è alternativa. Non c’è razionalità. Come nell’amore.

Spalletti poteva guadagnarci 6 mesi di stipendio, una nuova panchina e la possibilità di rivalsa calcistica contro chi l’aveva mollato. L’Inter poteva risparmiare 3 milioni di euro. E invece?

Invece salta tutto. Marotta e soci considerano inappropriata la richiesta dell’allenatore. Il tecnico di Certaldo, ancora irritato per l’esonero, non si sposta dalla sua posizione.

Morale della favola: Spalletti rimane ancora in vacanza. L’Inter si tiene i suoi 3 milioni da pagare (già messi in bilancio). L’ex allenatore nerazzurro ha le carte in regola per ribaltare il banco rossonero, e allora, meglio evitare.

Finisce come due amanti che si lasciano. Due che non stanno più insieme ma non possono rimanere indifferenti. Due che, o si amano o si ammazzano.

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