Conferenza Stadio – Antonello: “Improponibile ristrutturare San Siro!”

12:00 – Salgono sul palco Franco Baresi e Riccardo ferri: Inizia il discorso la bandiera del Milan: “Mi inchino davanti alle due società. Mi emoziono ripensando a quello che mi ha dato San Siro, dove ho fatto tutta la mia carriera. Ma bisogna guardare avanti, alle future generazioni. Credo sia molto bello che le due società si siano unite per regalare alla città un nuovo stadio, moderno e accessibile, un incentivo per stare bene e rilassarsi prima e dopo le partite”.

Parla Riccardo Ferri: “Viene spontaneo pensare che sarebbe stato meglio nascere trent’anni dopo per poter giocare in stadi così. Un po’ di invidia c’è per chi potra giocarci. Io e Franco come tanti qui presenti abbiamo avuto la possibilità di giocarci ed emozionarci al Meazza. Ma tutti i tifosi sognano un futuro migliore per le proprie squadre. La cosa migliore è avere uno stadio sicuro, comodo e moderno con impatto ambientale zero. Con uno stadio del genere offri qualcosa in più. L’augurio è che i giovani di Inter e Milan possano scrivere pagini importanti e gioire in questo stadio. Queste due fantastiche squadre devono tornare sul tetto del mondo“.

Ancora Baresi: “Capisco tanti tifosi legati a San Siro, il loro stato d’animo. Ma capiranno che il futuro è questo”.

12:05 – Foto di gruppo, infine, per i rappresentanti di Inter e Milan, dirigenti e giocatori delle giovanili e della femminile.

11:50 – Interviene Chris Lee, esponente di Populous: “E’ un onore essere qui. Ho disegnato l’Emirates Stadium, gli stadi per la Coppa del Mondo in Qatar ma progettare questo stadio sarebbe un onore enorme, per me e per tutti noi. Abbiamo sedi in tutto il mondo tra cui quello di Milano, con 700 collaboratori che lavorano su progetti sportivi ed entertainment. Abbiamo alle spalle 1.300 stadi. Il nostro progetto per San Siro si fonda completamente sull’idea di fare un edificio per Milano, ispirato alla città. Abbiamo preso ispirazione da alcune icone di Milano: il Duomo e la Galleria. Abbiamo pensato anche alla parte più innovativa, sposando la tradizione con la sostenibilità e l’innovazione. Vogliamo anche che il nostro stadio diventi un’icona come gli edifici già presenti. La città di Milano è unica, immediatamente riconoscibile, così come l’attuale San Siro. Il nostro progetto dello stadio dovrà accogliere tutti. Famiglie e tifosi. L’edificio che vogliamo si rifarà necessariamente alla grande tradizione milanese. Ci saranno spazi per i negozi e con una galleria che ricordi quella di Milano in piazza Duomo. Abbiamo potuto notare come in tutto il mondo, un nuovo stadio possa avere un impatto rigenerativo sulle città, con annessa costruzione di un nuovo distretto. Inoltre, nel progetto, sarebbe presente un parco urbano che circonda lo stadio, aperto a tutti i cittadini. Composto da spazi ristorativi, uffici e grande sostenibilità. Abbiamo voluto abbassare notevolmente il campo da gioco e vorremmo leggermente allontanarlo da Via Tesio, per rispetto verso chi abita lì. C’è un lavoro, da parte degli ingegneri, per abbassare il livello di inquinamento acustico, sia durante le partite che durante i concerti. San Siro diventerà vivibile 24 ore su 24. Per rispettsre la tradizione calcistica dei due club abbiamo progettato un ingresso centrale con una Walk of legends su entrambi i lati per celebrare i giocatori delle due squadre. La sostenibilità è parecchio importante: Abbiamo tetti con pannello fotovoltaico, una ventilazione naturale, la raccolta dell’acqua piovana per le toilette e un sistema di teleriscaldamento e teleraffreddamento. Un edificio che deve essere autentico. Rosso per il Milan, blu per l’Inter. Dovrà avere un aspetto diverso quando giocheranno le due squadre e anche quando non si giocherà. Sarà uno stadio molto contenuto, pensiamo con capienza compresa tra 60 e 65.000 posti. Come se fosse un teatro d’opera è progettato per sentire il calore dei tifosi. Il nuovo impianto sarà 10 metri più vicino al campo, una muragli di spettatori. Come esempi abbiamo guardato ai modelli di Tottenham e Roma. Non possiamo andare sul campo ma arriveremo molto vicini. Lo stadio sarà immediatamente riconoscibile, sarà fatto per Milano, con un’identità, sarà un’icona per oggi e le sue generazioni”.

11:40 David Manica: “Dal rendering potete vedere lo stadio pieno di luce con due anelli quasi sospesi. Abbiamo immaginato lo stadio in un parco, in un nuovo quartiere. Dieci ettari di giardini e di parco pubblico attorno al centro commerciale di futura costruzione. Abbiamo voluto mantenere sul tetto della zona commerciale il prato storico di San Siro, messo a disposizione di chi vorrà giocarci, come pezzo di storia. Tra il vecchio e nuovo stadio ci sarà un parco utilizzabile anche per festival ed eventi. Abbiamo lavorato molto anche sull’interno di San Siro, che oggi ha un’incredibile atmosfera. Potrà diventare ancora più intensa: i sedili saranno ancora più vicini al campo, avvolgenti, con ancora più posti sulle curve e il mantenimento della storica collocazione Nord-Sud. Il progetto è stato ideato in modo che le facciate siano aperte, come un sipario teatrale, e l’architettura interna permette di cambiare i colori grazie a degli speciali pannelli e all’utilizzo di luce a seconda di quando giocherà l’Inter o il Milan. Il nostro progetto è fatto per le persone e noi abbiamo composto la facciata con 16.000 volti a rappresentare passato, presente e futuro dello stadio. Ho sognato la facciata in questo modo: la prima volta che un padre porta il figlio allo stadio e gli fa vedere la foto del nonno sapendo che prima o poi crescerà e porterà il suo di figlio allo stadio. Questo stadio non è una Cattedrale. E’ uno stadio per i cittadini. Per Milano”

11:38David Manica prende parola e spiega il primo progetto dopo il video presentazione. “Grazie a tutti. Sono orgoglioso delle mie origini italiane. Voglio ringraziare le squadre per averci permesso di poter lavorare a un progetto così importante per Milano e lo sport italiano. Ringrazio Massimo e il team sportivo perché lo studio architettonico ha sede proprio qui a Milano. Come sapete il nostro progetto si fonda sui due anelli. Si tratta di un concetto semplice ma molto potente. E’ il più adatto secondo noi: due anelli che si intersecano e sono in equilibrio l’uno con l’altro”.

11:24Antonello: “Abbiamo depositato il masterplan al Comune a luglio, ma ci siamo portati avanti: in attesa che si verifichi il progetto, i club hanno deciso di andare oltre a quanto richiesto dalla legge. Abbiamo selezionato un gruppo di architetti per esprimere la massima competenza l’idea e il concetto per la costruzione del club. Il brief che è stato dato loro è stato ben chiaro: vogliamo che esprimano qualcosa legato alla tradizione di Milano. Uno stadio che attragga tifosi e cittadini da tutto il mondo per vederlo. L’abbiamo voluto fare cominciando con quattro studi, ma il percorso di condivisione comincia oggi: presenteremo i progetti e faremo un percorso per raccogliere le opinioni di tutti e recepirle nel progetto finale. Gli studi rimasti in gara sono Popoulos e Manica: loro sono in grado di esprimere ciò che i club hanno trasmesso e sono in grado di fornire un distretto all’avanguardia e che può essere un motore per l’economia di Milano”.

11:20Antonello: “Se ristrutturato, San Siro perderebbe comunque la sua identità, oltre ai problemi di capienza e di spazi ed anche di sicurezza”.

11:18Antonello elenca i punti cruciali, che influiscono negativamente rispetto all’idea di ristrutturazione.

11:14– Prende la parola l’ad Antonello: “Qual è stato il contesto col quale i due club si sono appropriati al progetto? Innanzitutto approcciandosi alla città, riconosciuta come capitale economico-finanziaria e capace di attrarre turisti e che vive di design e innovazione, nel rispetto della cultura. Su questo sentiero i due club hanno pensato al progetto: a Milano c’è dinamicità importante, a partire da Expo per seguire con Santa Giulia, CityLife. Un cambiamento radicale della struttura della città. Quello che abbiamo voluto fare è un progetto che si inserisse nella vision di Milano 2030, con periferie al centro: è stato un punto importante e i progetti si inseriscono in questa mission. Due proprietà internazionali vogliono investire nella nostra città con un progetto che si rivolge alle future generazioni: questo il punto cruciale. Dobbiamo avere un progetto che si immerga nella realtà dei milanesi, non solo per chi va allo stadio. Dobbiamo rispondere alla prima domanda: perché non ristrutturare il Meazza? Le strutture sono sovrapposte negli anni una con l’altra, ma hanno poca interconnessione: questa ha creato disagi come spazi interni ridotti, la visibilità, visto che il primo anello ha una visibilità solo in basso e nel campo, il confort, considerando che c’è poco spazio per muoversi tra le file e questo dovrà essere allargato. Ultimo ma non ultimo quello dei servizi: ci sono 150mila persone che non dispongono di servizi idonei, come bar, ristoranti e servizi igienici. Le analisi ci ha portato a dire che in caso di ristrutturazione, avremmo dovuto porre le basi per lavori importanti: la demolizione e il rifacimento del primo anello, un intervento sul terzo anello e sulle torri. Poi ci sarebbe il rifacimento delle strutture, per poi cominciare la ricostruzione del primo anello, delle terrazze e aree hospitality. Abbiamo detto che San Siro perderebbe la sua identità: ci sarebbe un problema di capienza, che sarebbe inferiore ai 60mila del nuovo stadio, rimarrebbero i problemi dei servizi e di sicurezza, perché svolgere lavori durante la stagione sportiva porterebbe a problemi poco compatibili con essa. Se dovessimo intervenire su San Siro dovremmo chiedere ai tifosi di emigrare in stadi a 150 km di distanza e con capienze inferiori. Per noi come club, muoversi da Milano ci sarebbe un impatto economico. Con l’Europa esiste un gap di circa 2.5 mld: in Italia sono stati investiti negli ultimi 10 anni 180 mln di euro, in Europa 125 mld”.

11:11Paolo Scaroni, presidente del Milan inizia la presentazione. ““Racconteremo il nostro progetto, quello su cui abbiamo lavorato con l’aiuto di tanti consulenti per più di un anno, e che abbiamo presentato in Comune qualche mese fa. Voglio dire due cose: la prima è che lo stadio Meazza, così com’è, non è più uno stadio per due grandi squadre che hanno l’ambizione e il dovere di giocare un ruolo da primi attori nella scena del calcio europeo e mondiale. Il Meazza, così com’è, non va più bene, punto, non c’è molto da aggiungere. Se guardiamo gli stadi delle squadre con cui ci si conffronta in Europa sono altra cosa del nostro San Siro, a cui siamo affezionatissimi e che amiamo moltissimo, ma che comunque ha fatto il suo tempo. Seconda cosa: ci sembra che per la città di Milano cogliere l’occasione di un nuovo stadio, a San Siro, sia anche l’opportunnità di trasformare questa zona che oggi è un “non luogo”, a parte quando si anima per le partite. E’ una specie di deserto, in cui non c’è nulla, salvo un grande piazzalone di asfalto, con in mezzo il nostro amato Meazza. Noi dobbiamo cogliere questa occasione per procedere ancora una volta, qui a Milano, sulla strada del moderno, del nuovo, per un quartiere che viva 365 giorni all’anno, e non soltanto nelle poche ore delle partite”.

Inizia la conferenza.

La questione stadio va avanti da troppo tempo a Milano. Oggi è il giorno di svolta: verranno infatti presentati i progetti per lo stadio nuovo. Nella Sede del politecnico Bovisa andrà in scena la conferenza. A seguire live la conferenza stampa e le dichiarazioni.

Impostazioni privacy