EDITORIALE-Inter: Così non va. Il derby deve dirci chi sei e quanto vali

Aleggia un velo di incertezza dopo la partita di ieri. Partita di cui il risultato è il male minore. Inter-Slavia Praga non è stato un passo indietro. Ha fatto di peggio, ci ha mostrato una squadra che per 80 minuti ha giocato senza carattere. Riportandoci alla mente ciò che veniva criticato all’Inter di Spalletti. Una partita in cui la tanto conclamata intensità di stampo contiano è venuta a mancare. I giocatori, sono apparsi fisicamente deboli. Brozovic totalmente spaesato, attacco poco più che nullo. Per fortuna, ci ha pensato l’acquisto più criticato fino ad ora a dare una forma più sinuosa a questo disastro cubista. Cubista, perché ciò che è accaduto durante il match è risultato incomprensibile agli occhi del tifoso. Attenzione, però: Nel mondo artistico, l’Inter di ieri sarebbe stata un falso d’autore. Perché, dopo un ottimo avvio in campionato, seppur con qualche difficoltà con Cagliari e Udinese, la prestazione contro la squadra ceca è stata di una confusione inaudita. Non rispecchia minimamente quella che è la filosofia dell’artista in panchina. Ecco che decido di paragonarla ad un falso, non voglio credere che sia tutto qui. Sì, la squadra è in crescita, sì i giocatori erano sulle gambe. Sì, queste sono scuse. Ieri sera, è andato in scena uno spettacolo indecente. Non per il risultato, non perché era lo Slavia Praga invece del Borussia o del Barcellona. Indecente per come si è scesi in campo. Una cosa, se c’è una cosa che il tifoso interista non vuole vedere è l’arrendevolezza. Per questo il derby deve essere un’opportunità, deve essere il metro di giudizio per quella che sarà l’Inter di Conte. Senza forse, è la partita che un tifoso interista non vorrebbe mai perdere. Ed è qui, che tutti, allenatore compreso sono chiamati a rispondere ‘presente‘. Vogliamo di più, vogliamo tornare a lottare in tutte le competizioni. Vogliamo tornare a sognare con la squadra. Non vogliamo più vedere lanci lunghi insensati, centrocampisti senza idee o svogliati e difensori poco propositivi. C’è bisogno di garra, verticalizzazioni, inserimenti ordinati e pressing costante. Un po’ quello che abbiamo ammirato nella prima vittoria casalinga contro il Lecce ed un ulteriore salto di qualità. L’Inter di ieri, dicevo, è stata per certi versi figlia dell’Inter di Spalletti. Lanci lunghi, assenza di idee a centrocampo e mancanza di brio. Conte deve mostrarci l’impronta che intende dare alla squadra. C’è la necessità di toccare con mano e osservare il suo calcio. E quale palcoscenico migliore, se non il derby, può essere il trampolino di lancio per la nuova Inter? Il derby è la personificazione dell’intensità di gioco, dove anche chi è tecnicamente svantaggiato può ribaltare le sorti dell’incontro. Ci vorrà un’Inter migliore di così, un’Inter più tosta, cattiva e con qualche automatismo in più. Servirà la nuova Inter di Antonio Conte.

Impostazioni privacy