Lukaku: “Inter? Tifosi unici, è il club che volevo in Italia! Su Conte dico che…”

Il centravanti nerazzurro è stato intervistato dal periodico pop Rolling Stone, a cui ha confidato il suo attaccamento alle origini della sua famiglia

“E’ importante tenere vive le mie radici”

Dall’aspetto è un gigante, un vero e proprio armadio. Ma sotto muscoli e potenza fisica, batte un cuore buono, il cuore di un ragazzo che è sempre stato abituato a lottare. Il cuore di chi, pur arrivato all’apice del successo, non taglia i legami con il suo passato, ben sapendo che quel passato è parte di lui.

Romelu Lukaku non ha mai nascosto la sua storia difficile: una famiglia povera, cibo scarso e tanti sacrifici per coltivare il suo sogno, il calcio. Ma Big Rom ha anche a cuore un altro aspetto del suo passato: le sue origini africane. In questa intervista il calciatore ha testimoniato di essere molto legato alle sue radici, che non vuole assolutamente rinnegare:

Perché sono così importanti per te le tue radici africane? “Perché sono un fiero congolese… un fiero belga congolese. Sono molto fiero delle mie origini, del posto da cui vengo. A casa con mia mamma parlo la lingua dei miei genitori, il lingala (lingua bantu parlata nella parte Nord-Ovest della Repubblica Democratica del Congo, ndr), e a volte anche con mio figlio. Per me è molto importante tenere vive le mie radici, non dimenticare da dove arrivo“.

Mandela e Lumumba i suoi riferimenti principali

E quando gli chiedono quale figura dell’Africa ami particolarmente, il numero 9 risponde:

Se dovessi dire una personalità storica che mi sarebbe piaciuto incontrare è sicuramente Nelson Mandela, per via della sua storia, della lotta all’Apartheid. Per quanto riguarda il mio Paese d’origine, invece, direi Patrice Lumumba (protagonista dell’indipendenza dal Belgio nel 1960 e primo ministro del Paese per pochi mesi, prima di essere ucciso nell’ambito della feroce lotta per il potere che si era aperta in Congo, ndr), che è stato assassinato, e che avrei tanto voluto conoscere. Vorrei sapere tutto su di lui, su quello per cui ha combattuto”.

Chiusura dedicata all’Inter, con la spiegazione dell’inchino ai tifosi in occasione del primo gol al Meazza, contro il Lecce:

“Sin da quando ho firmato per l’Inter, c’era davvero tanta gente eccitata all’idea del mio arrivo. Mi contattavano, mi mandavano messaggi diretti su Instagram, quando sono arrivato a Milano per la prima volta da Bruxelles c’era un sacco di gente che era lì per me. Da subito mi hanno incoraggiato, hanno gridato il mio nome. Con quel gesto volevo semplicemente ringraziarli per il supporto che mi hanno dato da quando sono qua”.

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