Lukaku si racconta. E assicura: “Ho un buon rapporto con Conte”

Romelu Lukaku ha rilasciato una lunga intervista in cui ha parlato di molti temi, dai recenti trascorsi al Manchester United al suo approdo all’Inter, fino a tornare indietro agli anni della sua infanzia. E rivela di avere un buon rapporto con il tecnico nerazzurro, che lo cercò già quando era alla Juventus.

Lukaku: “Conte mi voleva già in passato”

Un Lukaku a tutto tondo si racconta al canale YouTube LightHared. Parole di apprezzamento per il tecnico Antonio Conte, suo grande estimatore: “Mi voleva già quando era alla Juve nel 2013, abbiamo un buon rapporto. Mi ha mostrato cosa vuole da me, dove vuole che giochi“, spiega l’attaccante belga. “Ha vinto tre campionati in Italia e in uno è rimasto imbattuto. Alla Juve ha vinto lo scudetto con una squadra che era arrivata settima l’anno prima, imbattuto”.

Sul suo passato allo United, e sulle sue difficoltà ad Old Trafford, rivela: “Mi chiedevo se fossi io il problema, andavo col Belgio e facevo gol. Allo United le cose invece non andavano bene. Parlavo con lo staff e chiedevo spiegazioni, ma non mi sentivo protetto. C’erano tante voci. Non zittivano queste voci. Continuavano a dire che il coach non aveva bisogno di me, che mi avrebbero venduto e le voce andavano avanti per settimane e settimane. Io aspettavo che qualcuno uscisse fuori per zittire queste voci, ma non è successo. Avevo bisogno di protezione, ma non è mai accaduto. Non mi hanno protetto, ok, allora ho detto io voglio andare via. Devi lottare per la tua posizione, ma soprattutto devi andare dove ti vuole la gente”.

Desiderio di una nuova avventura, con alcune possibilità tra cui l’Inter, la squadra che poi lo ha convinto: “Non volevo stare in un posto dove non mi volevano. Non sono il tipo che rimane nel mezzo, o questo o quello, bisogna scegliere. Io credo nelle mie capacità e io lotto per quello in cui credo. Non voglio essere un problema. Cerchiamo una soluzione per non avere un giocatore infelice. Inter e Juve, ma non erano le uniche. Chelsea? Lampard mi ha aiutato un sacco quando ero al Chelsea. In Italia c’erano due squadre che mi volevano. Dovevo prendere una decisione e ho detto quello che dovevo dire, ho detto quello che dovevo. A quel punto dipendeva dallo United. Non avevo grandi indicazioni chiare su cosa volesse lo United, toccava al mio agente trovare una soluzione. Per me è importante essere dove mi vogliono“.

“Io sono un goleador”

Sulle sue caratteristiche tecniche: “Sono uno che fa gol, sono veloce, potente, posso dribblare. La gente pensa che io sia quello che non sono, il classico centravanti grosso che butta via i difensori che protegge palla, ma io sono un goleador. Nel Belgio sono più pericoloso perché cerco sempre il gol. 

Romelu, però, non dimentica il suo passato, che gli ha dato grande forza per arrivare nei top club: “Mi madre puliva in un bar, io e mio fratello eravamo piccoli e andavamo ad aiutarla. La gente parla, ma non sa qual è il background delle persone. Mentalmente sono molto forte. Non sono il tipo che parla della sua vita privata, mi tengo le cose per me. Quando mio padre aveva smesso di giocare, non veniva più nessuno a casa nostra. Poi ho iniziato io ed è tornata gente: zii, amici, parenti, vicini… La casa era sempre piena. A sei anni ho iniziato.. A 10 anni ho avuto la possibilità di andare in una squadra di livello in Belgio e da lì è iniziato tutto”. 

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