La rivoluzione passa anche dalla proprietà: i futuri 5 passi di Suning

Steven Zhang è il nuovo presidente dell’Inter. Sono 8 mesi che il giovane 27enne si trova alla guida del club, dopo essere subentrato a Thohir. Il più giovane Presidente della Serie A ha, però, dimostrato di sapere il fatto suo. All’inizio dell’avventura Suning a Milano, ormai 3 estati or sono, il giovane Steven si è dedicato allo studio e all’approfondimento delle dinamiche societarie. Il suo maestro, quasi autoimpostosi, è stato niente meno che Massimo Moratti. Ed ecco perché, al momento di prendere decisioni importanti, si è sempre potuto contare su Steven!

Nonostante la giovane età, è sempre stato abituato ad occupare ruoli dirigenziali importanti. Figlio del presidente di Suning Holdings Group, è stato ambasciatore dell’azienda di famiglia sia nel mercato europeo che in quello americano. E Steven, negli USA, si è anche diplomato.

Il ragazzo non ha mai avuto paura di allontanarsi da casa, di esporsi e di emanciparsi dall’ombra imponente del padre. Dal 2017/2018, benché fosse ancora Thohir (formalmente) il presidente, Steven ha iniziato ad avere un ruolo di sempre maggiore rilevanza nell’Inter. Con il tycoon indonesiano impegnato fra politica e mondo del basket, era Steven a tirare le fila nerazzurre. E, come si aspettava Moratti quando cedette le sue quote, lo scorso ottobre Steven è diventato ufficialmente il Presidente dell’Inter. Il Corriere dello Sport ha voluto elogiare il percorso di crescita del ragazzo. Ha anche raccolto le sue ultime dichiarazioni con lo scopo di delineare le mosse del futuro del club.

TRASFORMAZIONE ECONOMICA

La famiglia Zhang non ha semplicemente trasformato l’Inter, ma l’ha completamente stravolta. Innanzitutto, il passaggio fondamentale è legato al bilancio. Così come Thohir, anche la proprietà degli Zhang ha provveduto a risanare le casse del club, puntando ad aumentare i ricavi. L’operazione iniziata nel 2015 si è chiusa con questo bilancio, al terzo anno di analisi, tornato in pareggio. Fondamentale è stato il lavoro di Ausilio, che ha ceduto molti giovani promesse inesplose, e ha acquistato ottimi prospetti, come Icardi e Skriniar. Inoltre, non va dimenticato il percorso al rialzo dei ricavi societari. Dai 179 milioni del 2016, si è arrivati a 360 alla fine di quest’anno. Merito dei risultati in campionato, del ritorno in Champions, ma anche di ricchi sponsor orientali. Il pareggio di bilancio, e le plusvalenze, daranno maggior libertà al mercato dell’Inter nei prossimi anni. Ovviamente, con il focus di moltiplicare sempre più gli introiti. L’Inter è (quasi) in grado di auto-sostenersi. Una situazione agli antipodi di quella registrata dagli Zhang al loro arrivo a Milano.

TRASFORMAZIONE DIRIGENZIALE

La grande capacità manageriale di Steven si nota anche dalla squadra dirigenziale che è riuscito ad assemblare. Innanzitutto, la promozione di Alessandro Antonello, ora AD dell’area economico-finanziaria. E poi il “colpaccio”, Beppe Marotta: l’ex AD bianconero, artefice principale dei successi juventini, si è accasato all’Inter subito dopo l’ufficializzazione della carica presidenziale di Steven. E una squadra di dirigenti aziendali pescati nelle migliori ditte al mondo, da Coca-Cola a Real Madrid e Manchester United. L’obiettivo è chiaro: prendere dai migliori per diventare migliori a nostra volta. Ad una dirigenza così, però, non poteva che essere affiancato un allenatore di tutto rispetto, come Antonio Conte. Non appena arrivato, inoltre, ha richiesto che nel suo staff ci fossero preparatori atletici fra i migliori in circolazione, e Lele Oriali. Dopo l’esperienza in Nazionale, allenatore e team manager si sono ritrovati all’Inter, pronti ad una nuova collaborazione. Entrambi vicini alla firma con l’Inter prima dell’era-Spalletti, con la spinta di Marotta hanno finalmente raggiunto la meta nerazzurra.

INTER NEL FUTURO

Prima di regalare al club un nuovo stadio, Zhang ha voluto costruire una nuova sede societaria. Un luogo di lavoro dotato delle miglior tecnologie, nel centro finanziario della città. Inoltre, importantissimi saranno gli investimenti programmati per le squadre, dai giovani alla femminile. Un restyling completo della Pinetina, la costruzione di una palazzina con 40 appartamenti singoli, e ambienti comuni per i giocatori e le loro famiglie. Ma anche l’acquisizione di un’area per la costruzione di un nuovo centro sportivo per il settore giovanile. E, infine, i tifosi: 61.400 la media dello scorso anno, cosa che riempie d’orgoglio la famiglia Zhang. In ognuno di loro, il Presidente rivede sé stesso quando, il 20 maggio 2018, l’Inter tornò in Champions League e lui scoppiò in lacrime. Ed il sentimento è reciproco: un presidente che spende e piange ricorda Moratti, e non si può che amarlo.

Come se non bastasse, Steven ha deciso di circondarsi di figure di rilievo, sia professionale che sentimentale. Uno “Stato Maggiore” composto di professionisti qualificati e icone della storia nerazzurra: l’obiettivo è porre fine al dominio Juventino. Come? Sia prendendo spunto da loro (Conte e Marotta), sia valorizzando le Bandiere Interiste, come Zanetti, Oriali, Cordoba, Stankovic, ma anche premiando Ausilio e Antonello, uomini fedelissimi alla causa nerazzurra.

JUVENTINITÀ? NO

Non è che prendendo dalla Juve l’allenatore e l’AD responsabili della rinascita del Club, l’Inter voglia “juventinizzarsi”. Steven, istruito da Massimo Moratti, ha moltissimo rispetto del DNA nerazzurro. La voglia comune, però, è quella di vincere. E, per vincere, servono vincenti. Individuati, da Zhang e Zanetti, in Antonio Conte e Beppe Marotta. L’AD nato a Varese e il tecnico salentino hanno preso una Juventus settima, nel momento migliore per le milanesi, e l’hanno portata sul tetto d’Italia. Tre campionati vinti consecutivamente, con acquisti mirati di anno in anno, sono stati un ottimo biglietto da visita. Ed ecco perché si è fatto di tutto per anticipare la concorrenza. La volontà del Presidente è stata di portare allenatore e manager a lavorare per la causa nerazzurra, indipendentemente dal loro passato.

Una mossa giusta? “Ai posteri l’ardua sentenza“, avrebbe detto un milanese d’altri tempi. Intanto, entrambi hanno portato la loro esperienza e professionalità alla causa interista. Marotta ha usato da subito il pugno di ferro, con i vari Icardi, Nainggolan e Perisic; Conte ha fatto richieste di mercato, di comportamento e di obiettivi molto precise, e pretende che siano rispettate. Inoltre, come scritto anche ieri mattina sul nostro editoriale, Conte ha deciso di influenzare il mercato. Ha preso i numeri telefonici di tutti i membri della rosa, ed effettua chiamate quotidiane anche agli obiettivi di mercato. Che siano giocatori del presente o dell’immediato futuro, il messaggio delle chiamate è uno solo: vincere insieme.

E aspettiamo ancora che inizi a lavorare sul campo: la rivalorizzazione della rosa è sempre stata il punto forte di Conte.

DNA NERAZZURRO

Ma, al fianco di Conte e Marotta, non possono mancare elementi interisti. Persone che hanno lasciato il segno nella storia dell’Inter, e che restano care anche ai membri della Curva Nord. La triade Ausilio-Baccin-Samaden presto prolungherà i propri impegni con l’Inter. Il direttore del vivaio, Samaden (14 scudetti più altri 10 trofei dal 2010 a oggi), ha fatto tutta la trafila della Cantera nerazzurra: ha iniziato come segretario, finendo ad occupare il ruolo di responsabile anche della prima squadra. Un elemento che non si vuole perdere, insomma. In società c’è, e rimarrà nel ruolo di vicepresidente, Javier Zanetti.

Il capitano del Triplete non verrà mai dimenticato, tant’è che ha presenziato anche al pranzo dirigenziale di mercoledì. Inoltre, è ambasciatore del Club nel Mondo, che con la sua influenza altro non fa che accrescere il prestigio dell’Inter. E il conteggio delle bandiere arriva a due, se si aggiunge il ritorno di Oriali. Lele sarà il dirigente che farà da collante tra società e squadra, una presenza fissa alla Pinetina. Marotta lo avrebbe voluto lo stesso, ma con l’arrivo di Conte la scelta è stata ancora più voluta. Dopo la collaborazione in Nazionale, c’era volontà di ricreare l’accoppiata all’Inter. Per concludere c’è Alessandro Antonello. Interista dalla nascita, sta gestendo la carica con grande professionalità: è lui che sta gestendo la situazione stadio con il Milan.

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