L’ALBA DEL GIORNO DOPO – L’Inter e il mantra del “va bene lo stesso”

Altro giorno, stesso risultato. Da qualche settimana a questa parte c’è un costante sentimento di incompiutezza che impregna il risveglio dei tifosi interisti. Un risveglio, compreso questo post Udinese-Inter, che sa di occasioni sprecate, di punti persi, di rimpianti. Perché se è vero che alcuni degli ultimi risultati potrebbero essere considerati “accettabili, è altrettanto vero che l’andatura che questa squadra sta tenendo non può essere un segno di maturità. Il mantra del “va bene lo stesso” sta contagiando gli appassionati tutti, grazie alle prestazioni diviste nell’intero corso della stagione. E questo (non) è da Inter.

UDINESE-INTER, CONTINUA IL TREND NEGATIVO

Il ruolino di marcia che la banda Spalletti sta tenendo da un mesetto a questa parte è sotto gli occhi di tutti. L’Inter si sta abbonando al pareggio. Specialmente nei metch che contano, o vede in scena avversari di livello. Nell’ordine: risultato X con Atalanta, Roma, Juventus e Udinese. Tre big match e una partita abbordabilissima. I punti in palio sempre li stessi, ovvero tre. Tre punti di cui l’Inter avrebbe avuto, e tuttora ha, dannatamente bisogno. Per dare uno strappo a questa stagione, per dare uno strappo (forse definitivo) alla corsa Champions, e per mettere fine alla sofferenza di molti appassionati. Sarà pur vero che siamo destinati a soffrire, lo dice il nostro dna, mettiamoci in pace. Ma perché deve essere sempre così?

L’INTER NON PUNGE, SI ACCONTENTA

Il motivo sembra chiaro. Una stagione con più delusioni che gioie ha portato inevitabilmente ad abbassare l’asticella: l’unico obbiettivo possibile, da marzo in poi, è rimasto solo il campionato. La sensazione è che il buon lavoro svolto nella prima parte di stagione non tenga troppo sulle spine ad Appiano Gentile. Nonostante i tanti punti persi per strada (anche nella ricorrente crisi-Inter invernale) non sembrano essere segnale d’allarme. Anzi. Il problema principale della squadra, anche stando a ieri sera, sembra quello dello smorzarsi a un metro dal traguardo. La squadra crea, arriva vicino al gol, ma non punge mai in modo definitivo. E finisce nello sprofondare nella mentalità del “va bene così“. A forza di punticini il traguardo lo si dovrebbe tagliare comunque, anche grazie a calendario e scivoloni della concorrenza. In piccola percentuale, tuttavia, conterebbe anche il modo in cui si raggiunge un obbiettivo. E questo modo, no, non va bene lo stesso.

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