L’ALBA DEL GIORNO DOPO – Inter-Lazio, le cose facili mai

La Lazio espugna il Meazza. Lo fa con merito contro un’Inter che ci ha senza dubbio provato, senza però riuscire a strappare almeno il pareggio. Due le parole chiave: lucidità e concretezza. La prima esalta l’operato di Inzaghi, la seconda affossa quello di Spalletti. Proprio per questo quello che lascia questa serata agli appassionati allo stadio e davanti alla tv è quel ben noto, snervante senso di inconcludenza e impotenza.

INTER EVANESCENTE

La Lazio vince facendo il suo tipo ideale di partita. In vantaggio appena al 12’, alla prima palla buona, la compagine biancoceleste getta le basi per condurre la gara come meglio gli riesce. Difesa solida e ruvida, per poi azionare la devastante quattro per cento in contropiede, gestito sempre con lucidità. L’Inter ci mette sicuramente del suo. Mai sotto sul piano del possesso palla, è vero, ma sempre a rischio sulle ripartenze della Lazio. Dall’altra parte del campo il volume di gioco creato non è spalleggiato da un adeguato numero di occasioni vere e proprie. Tantissimo fumo, pochissimo arrosto. In più le poche palle pericolose concesse dalla Lazio non vengono sfruttate (un paradosso rispetto all’anno scorso), aumentando la pressione e portando a un assedio a testa bassa che dura per gran parte del secondo tempo. Assedio che però non porta in dote, di nuovo, nessuna palla gol.

Analizzando nello specifico la prestazione dei nerazzurri, risaltano (in negativo) la lentezza e macchinosità del centrocampo, unitamente all’inconcludenza delle ali. A un Borja Valero completamente avulso dal contesto tecnico-tattico non riesce a sostituirsi Brozovic, che sbaglia tanto e non offre linee di passaggio che non si siano già viste centinaia di volte. Vecino viene disinnescato dai ranghi serrati dai soldatini di Inzaghi, rivelandosi sostanzialmente inutile alla manovra quando non ci sono spazi da attaccre. In questo contesto di vuoto in mezzo al campo sarebbero dovuti salire in cattedra i due esterni, Perisic e Politano. Puntualmente raddoppiati, se non triplicati, non riescono a trovare alternative al semplice traversone alla cieca, alla ricerca di un corner o un colpo fortunato per l’accorrente compagno. Si salva Keita, per un minimo di abnegazione e una buona interpretazione di un ruolo non propriamente suo.

Si poteva evitare la sconfitta? Certo che sì. Sia pareggio che vittoria erano a portata dei nerazzurri, ma questo si sapeva già prima. Ciò che salta all’occhio è l’incostanza dei risultati, ma prima di tutto delle prestazioni, di questa Inter e del suo allenatore. Un andamento tipicamente interista, fatto di incredibili alti quanto da sconcertanti bassi. Sono nove alla fine. Occorre recuperare quella lucidità che oggi è mancata per evitare che le ultime partite si trasformino in finali come successo l’anno scorso. La qualificazione è ampiamente alla nostra portata, la classifica è, al momento, dalla nostra parte. Oggi si poteva blindare il discorso legato alla Champions League e tenere la Lazio più lontana, invece no. Dipende ancora tutto da noi ma una cosa è certa: le cose facili al club nerazzurro, storicamente, non piacciono.

Fonte foto: screen partita

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