EDITORIALE – Nel caos dell’extracalcio, l’Inter fa un passo avanti verso le grandi…

Inter-Napoli 1 a 0. Ricordiamolo, visto che oggi lo si è detto poco, in una giornata funesta per il calcio italiano e i mass media, troppo concentrati a puntare il dito senza controllare il pulpito da cui parte la predica, caduti dal pero come sempre, quando l’oscurità latente del Belpaese torna a farsi viva. Una giornata nera, soprattutto per i familiari di chi non c’è più. Perché le precauzioni e la voce grossa non andrebbero nemmeno prese postume, se si agisse con le tempistiche adatte.

Ma, con tutto il contorno extra calcistico di polemiche che ha infarcito il match, tra espulsioni, isterie, rigori negati, vittimismi, tafferugli e addirittura decessi, la partita è, giustamente o no, finita in secondo piano. Spesso il calcio diventa più di quello che è per colpa di piccole teste montate su corpi adulti. Diventa la valvola di sfogo di frustrati, il giocattolo perverso di elementi mentalmente instabili. L’ostaggio di facinorosi buoni solo ad arrecare danno al prossimo.

Tuttavia, visto che nessuno, a torto o a ragione, lo fa, sarebbe anche ora di parlare un po’ di calcio per quello che è, per quello che dovrebbe essere: uno sport, uno svago. E ieri sera in campo si sono sfidate due squadre importanti in cui è emerso, a chi ha guardato con obiettività lo spettacolo offerto, un segnale evidente: oggi l’Inter è un po’ più vicina alle “grandi”.

UN PASSO VERSO L’APICE

Si perché i ragazzi di Spalletti ieri non hanno mai abbassato la guardia, giocando a visto aperto, addirittura dominando per lunghi tratti nel primo tempo, contro la squadra che più di tutte si è opposta al dominio bianconero degli ultimi anni. I nerazzurri non hanno avuto paura, non si sono specchiati eccessivamente come accaduto contro il Chievo. Hanno mirato alla concretezza, finalmente consci di poter vincere anche contro chi, sulla carta, dovrebbe essere più quotato. Hanno corso, pressato e raccolto nel finale i meritati frutti di una splendida prestazione, soprattutto se rapportata al coefficiente di difficoltà dato dalla caratura dell’avversario. NON ABBIAMO RUBATO NULLA. Perché è facile per lo sconfitto fare illazioni di bassa lega, supportati da una stampa come al solito fedelissima della “prostituzione intellettuale” smascherata a suo tempo dal vate Mourinho. Perché nel paese dei due pesi e delle sue misure, è facile sminuire una vittoria pesante e meritata, bollandola a furto a mano armata dell’arbitro.

L’Inter ha messo pressione non solo a livello fisico o tecnico, ma anche mentale, come dimostra l’altissimo numero di palle perse a centrocampo dal Napoli nella seconda frazione. Una pressione tale da generare la doppia inferiorità numerica nel concitatissimo finale che ha visto alla fine i nerazzurri spuntarla. Il nervosismo e la paura hanno abbattuto i vice campioni d’Italia, non Mazzoleni. A certi livelli serve un sangue freddo che solitamente i nerazzurri lasciavano per strada a metà dell’opera. Non ieri sera però: quando il gioco si è fatto duro, i duri si sono presi i 3 punti. Meritatamente.

Finalmente l’Inter, dopo il solito dicembre claudicante, si è dimostrata matura, pronta per cercare di fare lo step successivo. Più vicina alla fine del processo, più vicina alla vetta del Monte Olimpo. Per terminare la scalata ora bisogna mantenere il sentiero tracciato, evitare altri blackout e fare quadrato in questo momento tanto caotico e complicato. I veri tifosi, quelli che amano il calcio per quello che è, UN GIOCO, sono come sempre e per sempre con l’Inter. AMIAMOLA. TRUST THE PROCESS, TRUST THE INTER.

 

Fonte immagine in evidenza: Screen Partita

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