EDITORIALE – L’Inter e il suo latente tallone d’Achille: l’arroganza del debole

Inter che contro il Chievo è riuscita, come spesso le è accaduto con le “piccole”, a farsi male da sola, senza chiudere la partita e pagando una spocchia che non si addice ad una squadra con grandi aspirazioni, ma che grande non è.

FAUTORI DELLE PROPRIE CADUTE, COME SEMPRE

Inter, sei sempre la solita. Non riesci proprio a staccarti dal tuo retaggio recente, non riesci a smettere questo insano masochismo che ti ha rovinato così tante volte. I nerazzurri ieri sono tornati da Verona con un misero punto, non sfruttando i passaggi a vuoto di Milan e Roma per allungare ulteriormente in classifica. Quello che irrita maggiormente, che fa rabbia, è l’atteggiamento spocchioso e arrogante della squadra, il lasciapassare perfetto per lasciare per strada punti pesantissimi.

L’Inter non è una macchina da guerra che può permettersi passaggi a vuoto vista la manifesta superiorità, come la Juventus. Non è una squadra che può gestire con tranquillità un risultato grazie alle doti di palleggio superiori, come il Barcellona. L’Inter, purtroppo, è una squadra appena più che mediocre che vivacchia con successo in un campionato appena più che mediocre. Per ora le nostre magagne sono coperte dalla pochezza di spessore della concorrenza, ma nel girone di ritorno, quando condizione di forma e infortuni saranno determinanti, la pacchia potrebbe finire. E questi errori non vanno mandati giù, Spalletti deve esserne consapevole. Perdere perché si è inferiori si accetta onorevolmente. Perdere per una disattenzione, a fatica, ma si perdona. Ma pareggiare con l’ultima in classifica perché ci si crede grandi e forti, è ridicolo. Da squadretta. L’arroganza non ci fa incutere timore agli avversari, anzi. Questo atteggiamento è stato, ed è, il nostro peggiore tallone d’Achille. Ci rende deboli e vulnerabili. Non si può diventare grandi e vincere se si è piccoli e immaturi nella testa…

 

Fonte immagine in evidenza: Screen Partita

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