Eder: “Il campionato cinese non è facile come sembra. Ecco perché ho lasciato l’Inter”

La nuova avventura di Eder è iniziata piuttosto bene, come confermato dai numeri dei suoi primi 4 mesi in Cina: 11 gol e 7 assist in 16 partite. L’ex Inter ha parlato oggi al Secolo XIX, facendo il punto della sua esperienza allo Jiangsu Suning e dei motivi che l’hanno spinto a dire addio al club nerazzurro di Milano.

L’INTERVISTA DI EDER

Allora Eder, in Cina sembra rinato.
“Sì, sta andando benone ma non crediate sia così facile segnare qui. È un calcio in cui se non stai benissimo fisicamente non la prendi mai perché i cinesi corrono di brutto”.

Ora in Cina c’è la sosta, che sta facendo?
“Sono in vacanza alle Maldive, poi tra il 19 e il 22 verrò in Italia, poi andrò in Brasile. Qui il campionato riprende a gennaio, farò di sicuro una tappa anche a Genova”.

A più riprese sembrava dovesse tornare alla Samp.
“Era l’unica squadra in cui sarei venuto, l’ho detto sempre al ds dell’Inter Ausilio. Poi l’ultimo giorno di mercato è capitata l’opportunità della Cina e mi sono detto: meglio un’esperienza all’estero e giocare piuttosto che continuare a Milano avendo poco spazio. Ma, ripeto, alla Samp sarei tornato a piedi perché è casa”.

Ha 32 anni, potrebbe ancora tornare in futuro.
“Mai dire mai, io lo dico sempre. Decide il Signore la nostra sorte e non lo escludo”.

Che livello di calcio ha trovato in Cina?
“Pensavo fossero più indietro. Qui investono e il calcio cresce. Ci sono strutture, soldi, tifosi e campioni. Certo, gli manca ancora la cultura tattica ma stanno imparandola dagli allenatori stranieri. Il gioco è ancora tutto attacco e difesa e devi correre tanto per reggere. Infatti mi sto allenando di più che in Italia, chi pensa che qui sia vacanza sbaglia”

Ha già fatto 11 gol, punta mica a tornare in azzurro?
“No, quando ho scelto la Cina sapevo che avrei perso la nazionale. Ma ringrazio mister Conte e Ventura per l’opportunità di vestirlo”.

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