ESCLUSIVA – Condò: “Nainggolan renderà l’Inter una creatura di Spalletti”

Dopo aver ammirato la nuova Inter di Spalletti sia in campionato sia soprattutto in Champions League siamo ormai pronti a tirare le prime somme di questo inizio. Ed abbiamo scelto di farlo con una delle voci e delle penne più rinomate del nostro panorama sportivo. Abbiamo realizzato una intervista esclusiva a Paolo Condò, tra i profili professionali più importanti del giornalismo italiano, parlando a 360° del mondo nerazzurro.

CONDÒ: “LA SCOMMESSA E’ NAINGGOLAN”

L’Inter torna in Champions e batte il Tottenham. Quanto c’è di Spalletti in questa Inter secondo lei? Cosa invece manca ancora per renderla una sua creatura?

Spalletti è un allenatore che smonta e rimonta le squadre finché non trova l’assetto giusto. E’ il lavoro che sta svolgendo all’Inter in modo evidente, a volte per sua scelta (la difesa a 3 o a 4), a volte perché il mercato glielo impone (lasciar andare Cancelo fu economicamente necessario, ma che perdita tecnica…). La sua scommessa attuale si chiama Nainnggolan, giocatore interamente “suo”: manca che il Ninja si impossessi della fase offensiva della squadra, e poi sarà una squadra di Spalletti.

Icardi ha deciso il match con una giocata, ma fino ad allora era stato evanescente. C’è un attaccante che le ricorda Mauro e secondo lei in cosa deve migliorare per essere costantemente letale?

Icardi ricorda tutti i grandi centravanti d’area, i terminali che quando ricevono il pallone fanno concludere l’azione, o è gol o è rimessa da fondo campo. L’interprete migliore di questo tipo di ruolo fu Gerd Muller, formidabile opportunista del Bayern e della Germania anni 70. Per migliorare dovrebbe aumentare la capacità di interagire con i compagni.

Cosa manca ai nerazzurri per arrivare a giocare alla pari con le grandi squadre europee? Il Barcellona, a questo proposito, è tanto distante dall’Inter?

“Alla pari” è un concetto impegnativo. Il Barcellona resta lontano (ma non imbattibile, naturalmente). Davanti all’Inter ci sono ancora una quindicina di squadre.

Una nota sul pubblico. Visto l’entusiasmo del finale di gara, quanto conta avere uno stadio di proprietà e capace di far sentire ancora di più il suo calore? 

Non c’è dubbio che un impianto di proprietà abbia una lunga serie di benefici, ma quando puoi contare almeno al 50 per cento su San Siro, io non traslocherei.

 

Ringraziamo per la gentilezza e disponibilità Paolo Condò. La riproduzione dell’intervista è consentita solo tramite citazione di SpazioInter. Chi trasgredisce le regole sarà segnalato a norma di legge.

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