Inter, ecco la Serie A: benvenuto Lautaro

Inizio agrodolce per Lautaro Martinez: pre-campionato sbalorditivo con prestazioni (e gol) da urlo, debutto in Serie A flop con zero tiri in porta ed una sconfitta al Mapei Stadium e, per finire, 91 minuti in panchina ed esordio a San Siro da dimenticare, complice il pareggio thrilling degli uomini di Spalletti rientrati negli spogliatoio sotto 60mila fischi dei tifosi nerazzurri. La Serie A dà, a suo modo, il benvenuto al 21enne argentino.

NESSUN “CASO LAUTARO”

Classe 1997, gol a grappoli nelle giovanili argentine e stagione da incorniciare in Primera Division: con questo curriculum si è presentato a Milano, ha scelto una maglia pesante da indossare e il pre-campionato ha alzato ulteriormente le aspettative dell’ex Racing. Nessun tifoso nerazzurro ha voglia di un “Gabigol bis”; ma, come cantava De Gregori, “il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette…”. Ed è quello che pensa tutto lo staff, Spalletti in primis: la giovane punta ha caratteristiche uniche nel roster interista. Può agire da trequartista come ha fatto a Reggio Emilia, può giocare esterno d’attacco, affiancare o sostituire l’amico Icardi. Molti giocatori hanno fatto fatica ad inserirsi nel campionato italiano: difese ruvide, intelligenza tattica e pochi spazi impediscono la realizzazione di giocate importanti o estrose; ad Appiano Gentile sono sicuri: se dai compagni e dallo staff viene coccolato con la carota, ci penserà il campo ad usare il bastone.

ICARDI ED UN GRUPPO CHE LO SOSTIENE

Non ha fatto fatica ad ambientarsi: Icardi lo ha subito chiamato al telefono e la loro intesa sembra consumarsi anche fuori dal campo. I post su Instagram dichiarano amore incondizionato per la maglia nerazzurra e per il numero 10. La prossima sfida sarà nuovamente in terra emiliana: destinazione Bologna. Proprio in quella città, 21 anni fa, un altro numero dieci segnò la sua prima marcatura in maglia nerazzurra. In tutto il mondo è conosciuto come Ronaldo, ma a San Siro rimarrà per sempre “il Fenomeno”. Il Toro di Bahia Blanca è cresciuto nel mito del 9 verdeoro: consapevolezza dei propri mezzi e maturità ci sono. Manca solo il gol. Quale migliore occasione per sbloccarsi se non Bologna?

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