Inter – Napoli, quando una partita valeva uno scudetto…

Inter – Napoli oggi è diventata una partita quasi, quasi, normale. Certo per il Napoli varrà ancora moltissimo, più di una singola stagione, mentre per i nerazzurri sarà un gradino fondamentale nella scalata all’obiettivo Champions. Tuttavia, quando ancora il calcio italiano imperava nel mondo, quando i soldi non erano un problema e il Fair Play Finanziario era un’utopia, questa partita era l’apice assolto che il calcio europeo potesse mettere a disposizione. I più forti giocatori del mondo si davano battaglia per la conquista del titolo di Campione del Campionato più Bello del Mondo. 

TANTO TEMPO FA, QUANDO LA SERIE A ERA IL PARADISO…

Inter – Napoli ha vissuto un breve periodo di fulgido splendore. Era il finire degli anni ’80. Un periodo di grandi tumulti e cambiamenti. Il mondo intero stava per entrare in un processo di globalizzazione e ammodernamento che continua ancora oggi. L’Italia era molto diversa da quella che conosciamo oggi. Era il centro di innumerevoli fenomeni in grande crescita, forte di una economia solida e prolifica. Il calcio era l’emblema di quel paese fiorente. I maggiori campioni mondiali giocavano nel belpaese, che da poco aveva riaperto le frontiere ai calciatori “forestieri”. Ogni club importante poteva contare su un paio di assi “esotici” nel proprio arsenale.

Le squadre del Centro e del Sud Italia rivendicavano la propria posizione di potere nel calcio che conta, lottando a viso aperto contro il dominio nordico dell’asse Milano – Torino. Mentre le milanesi puntavano sulla solidità del Nord Europa, scovando diamanti in Olanda e Germania, e la Juventus puntava sullo Champagne targato Platini, infatti, nuove realtà salivano prepotentemente alla ribalta. La città eterna si era innamorata di un cavallo di razza e biondo, il brasiliano magico, Falcao. La Fiorentina aveva cercato di attrezzarsi per lo scudetto puntando sugli attributi degli argentini sanguigni, come Passarella. E infine Napoli, la città più caleidoscopica di tutte, aveva pescato l’astro più luminoso di tutto il panorama mondiale: quel Maradona tanto bravo a giocare a calcio quanto scarso a frenare la lingua e i propri impulsi.

UN’INTER TRAPATTONIANA…

Sul finire degli anni ’80, quando il Milan stellare era ancora agli albori e Juventus e Roma, stremate da anni di lotta senza esclusione di colpi, erano ormai al collasso, Inter e Napoli si spartivano la lotta per l’Olimpo. I nerazzurri di Pellegrini avevano cercato l’attrezzatura più affidabile possibile per vincere lo Scudetto. In panchina il pragmatico e istrionico Trapattoni, una certezza incrollabile.

In campo, l’estro teutonico e tutto d’un pezzo di Lothar Matthäus, il panzer nerazzurro. Sulla sinistra la potenza dirompente di quel Brehme che in Italia avrebbe poi sollevato anche la Coppa del Mondo. In porta un supereroe, l’uomo ragno Walter Zenga. In avanti il precursore di Vieri, un’inarrestabile Aldo Serena coadiuvato da un eccellente Diaz e spalleggiato dagli inserimenti del cavallo pazzo Nicola Berti.

Insomma una squadra all’insegna della potenza, del dinamismo e della concretezza, gestita con saggezza e senza colpi di testa da un tecnico maturo e efficiente.

CONTRO LA FANTASIA AL POTERE

Dal canto suo il Napoli era invece l’estro al potere, un concentrato di fantasia, velocità e tecnica che poteva travolgerti in qualsiasi momento. Dalla cintola in giù una formazione ordinaria, tranne per quel Ciro Ferrara che sarebbe diventato un grande difensore nella decade successiva. Ma in avanti dotata di un’arsenale capace di fare gelare il sangue a chiunque, con Careca, Carnevale, Alemao e soprattutto Diego Armando Maradona.

Due squadre insomma agli antipodi, ma attrezzate e determinate a vincere il campionato. Il meglio che il calcio italiano e mondiale potessero mettere a disposizione, qualcosa che per lungo tempo non si vedrà in un singolo campionato di calcio.

IL RICORDO DEL PASSATO RENDE DOLCEAMARO IL PRESENTE

Una danza a braccetto lunga una intera stagione, fino allo scontro diretto al Meazza, quando il futuro pallone d’oro Matthäus decise di chiudere il campionato a modo suo, fulminando il portiere su punizione e regalando lo Scudetto all’Inter, l’ultimo dell’era Pre Calciopoli.

Ora Inter – Napoli conta qualcosa soprattutto per l’onore, proprio in ricordo di quelle sfide all’ultimo sangue in cui in palio c’era la gloria. Il presente nerazzurro è piuttosto tetro… ma chissà mai che un giorno si ritorni a parlare di sfida scudetto con i partenopei. La storia si ripete, dicono…

 

Fonte immagine in evidenza: Screen Youtube

 

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