Spalletti: “Anche oggi direi un grande sì all’Inter”

Luciano Spalletti parla del momento difficile della sua Inter, portata prima in cima alla Serie A e da quel momento dispersa nella discesa che ad oggi la lascerebbe fuori dai giochi Champions.

Spalletti: “Anche oggi direi sì all’Inter”

Il Corriere dello Sport riporta l’intervista a Luciano Spalletti. Alla Pinetina, dopo il secondo allenamento di giornata, il tecnico di Certaldo si è presentato in tuta e con tanta voglia di parlare. Non ha dribblato nessun argomento: Inter, Roma, futuro, Totti, De Rossi, Icardi, Perisic, Juventus, Napoli e tanto altro.
Ha ponderato le parole con attenzione e come sempre non è stato banale.

Spalletti, dopo 7 mesi alla Pinetina, quanto si sente interista e cosa vuol dire per lei essere interista?
L’ottimo precampionato e l’esaltante partenza di campionato mi hanno dato modo di provare subito l’entusiasmo dei nostri tifosi, un calore travolgente che in un attimo ti tinge di nerazzurro da capo ai piedi. Però è forse in questo periodo di difficoltà che mi sto rendendo conto del mio attaccamento
all’Inter. Vedere i nostri tifosi sofferenti e preoccupati per i risultati di questo periodo è un qualcosa
che mi fa veramente stare male e allo stesso tempo mi carica tantissimo perché sento fortemente
di voler a ogni costo il bene di questa squadra”.
Se potesse tornare indietro allo scorso mese di giugno, direbbe ancora di sì all’Inter?

Risponderei con un sì ancora più convinto, con “s” maiuscola. Ma soprattutto più consapevole del compito che mi aspettava. In questi 7 mesi ho avuto la possibilità di vedere le cose da dentro e di conseguenza di capire ancora meglio tutte le situazioni. Potremmo dire che è come quando devi ristrutturare una casa: viene fatta un’analisi, una stima dei lavori da fare basandosi molto sull’esperienza, ma è solo a lavori in corso che capisci quali sono tutti gli interventi precisi da fare”.
Se fosse un giornalista, che voto darebbe al lavoro di Spalletti finora?
Potrei considerare una prima parte del campionato da 9 e una seconda parte da 4, ma il commento
sotto sarebbe sempre lo stesso per entrambi i periodi: ho dato tutto quello che avevo ogni giorno”.
Che voto si darebbe se a fine stagione raggiungesse la Champions League? E se non la raggiungesse?
In caso di raggiungimento mi darei 10, cioé il massimo. Se non ce la facessimo, il voto lo potrei dare dopo aver visto come non è stata raggiunta e chi è arrivato davanti”.
Cosa la porta a pensare che riuscirete a mettervi alle spalle una tra la Roma e la Lazio?
A me interessa che non sia l’Inter a mettersi alle spalle di Roma e Lazio. Dobbiamo pensare solo a
giocare tutte le partite al massimo delle nostre potenzialità e cercando di fare più punti possibili.
Se alla fine non avremo raggiunto il quarto posto dovrà essere perché qualcuno è stato più bravo ed
è riuscito a conquistare un punto più di noi”.
Qual è stata la maggiore difficoltà con la quale ha fatto i conti da quando lavora all’Inter?
Le maggiori difficoltà nascono da questi continui paragoni con i problemi degli anni precedenti. Questi paragoni portano a pensare che non ci si possa far niente se non aspettare che sia passata la tempesta. Quando invece noi avremmo bisogno di reazioni forti e immediate”.

Quando, tra ottobre e novembre, tutti dicevano che l’Inter era da scudetto, lei frenava. Sapeva che mancava ancora qualcosa e quello che sarebbe potuto succedere?

Frenavo allora, nel momento del massimo entusiasmo. Freno ancora di più adesso quando qualcuno
pensa che siamo tutti da buttar via. Faccio questo lavoro da un po’ di tempo e vivo la mia squadra

tutti i giorni. Ho una certa sensibilità, concedetemelo…”.
E’ d’accordo con chi sostiene che, rispetto a Napoli, Juve, Lazio e Roma, al centrocampo
dell’Inter manchino un regista e un po’ di qualità?
I centrocampisti dell’Inter sono gli stessi che ci avevano permesso di essere primi in classifica. Il calo di rendimento di questo secondo periodo si lega al momento che sta attraversando tutta la squadra.
Caso mai il discorso apre un’analisi più profonda… Credo che queste squadre stiano raccogliendo dei
frutti perché hanno dato continuità a un lavoro che dura da qualche anno”.
La scorsa estate e a gennaio l’Inter aveva le mani legate sul mercato e non sono arrivati
tutti i giocatori che lei voleva per i motivi già noti. Pensa che la situazione possa essere diversa la prossima estate?
Se ora accettassi di parlare di mercato sarebbe come rendermi disponibile ad allenare… la formazione virtuale. Come ho già detto, sentir parlare di nuovi acquisti per la prossima stagione
è solo un modo per sfiduciare i nostri calciatori che lottano per obiettivi difficili”.
Le piace De Vrij? E’ il rinforzo ideale per l’Inter?
Potrebbe essere il capitano della formazione virtuale (ride, ndr)”.
Ci spieghi meglio la questione della formazione virtuale da affidare ai dirigenti. Ieri
ha pranzato con loro: ne avete parlato?
Partiamo dal presupposto che io non attacco mai nessuno, ma difendo sempre la squadra. A pranzo ci abbiamo scherzato sopra e, visti i miei ultimi risultati, loro hanno detto che se aspirassero ad allenare una squadra, quella dovrebbe essere la mia (ride, ndr). Ho una conoscenza profonda delle persone che compongono questa società e posso dirvi che l’unico loro obiettivo è il bene dell’Inter”.
Un giocatore tipo Nainggolan è l’ideale per il suo calcio?
Nainggolan è adatto per il tipo di calcio di qualsiasi allenatore.
L’ “Alieno” è fatto di un’altra pasta”.
Realisticamente quando l’Inter potrà colmare il gap con la Juventus e il Napoli?
Uno, due o tre anni?
Quando riusciremo ad avere la stessa continuità di risultati che per il momento è molto differente.
Il tempo è come un elastico che si accorcia e si allunga. La competenza professionale, insieme a un livello di sforzo e di lavoro continuativo fuori dal comune, è l’ingrediente che separa la realtà dal sogno“.

 

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