“Sono molto giovane, ho la felicità di giocare a calcio e ho bisogno di fare questo. Ho deciso che era tempo di tornare anche per il Mondiale. Stipendio? Non mi piace parlarne, sono qui per una scelta di cuore. Ho sbagliato quando, dalla panchina, ho lasciato la squadra quando ero all’Inter. Mi sono scusato il giorno dopo. La più grande virtù dell’uomo è chiedere scusa e imparare dagli errori. Mi sono preso cura di me stesso, ho fatto test fisici e mi sto tenendo allenato. Sto recuperando bene. Mi sento bene fisicamente. Penso sia troppo presto dire che sono pronto ma se il mister ha bisogno di me, sono disponibile. Spero di aiutare il Santos, la Nazionale sarebbe la conseguenza.
“Io sono un santista nel cuore, avrò sempre questa maglia con me. Sinceramente non mi aspettavo di tornare in Brasile, ma spero di aiutare ancora il Santos, di giocare la Libertadores che è una competizione che non ho mai giocato. Se dipendesse da me, vestirei questa maglietta per sempre. Ho sempre avuto della pressione, anche quando ero piccolo. So quali sono le mie responsabilità, ma non voglio pensare a me stesso. Abbiamo una buona squadra. Abbiamo grandi giocatori e grandi pilastri, come Alison, David Barrie e Victor Fernandez. Speriamo di lavorare duro per ottenere grandi risultati in Copa Libertadores, Sono tornato qui perché sono santista. Jair (Ventura, l’allenatore, ndr) ha avuto un’influenza sulla scelta. Ho seguito il suo lavoro al Botafogo. Ho parlato con lui e con altri giocatori, che lo hanno elogiato. Voglio imparare tanto da lui”.
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