Rafinha, talento di cristallo: da nuovo Xavi a uno stop che dura nove mesi

E’ un nome fortemente accostato all’Inter, Rafael Alcantara do Nascimento, per tutti Rafinha, sembrerebbe un rinforzo per i nerazzurri. Ma il condizionale è d’obbligo perché il brasiliano, figlio d’arte, è fermo da nove mesi.

Chi è Rafinha, la stellina fermata dal fisico

La Gazzetta dello Sport traccia un profilo di Rafinha, figlio di Mazinho, brasiliano visto in Serie A con Lecce e Fiorentina a inizio anni 90. Gli eredi di Mazinho, Thiago Alcantara (cognome della mamma) e Rafinha hanno come curiosità l’aver scelto due nazionali diverse: Spagna il primo e Brasile il secondo.

Mazinho ha sempre vissuto con una certa difficoltà questa storia della doppia nazionalità dei figli. Ha
lasciato loro ampia libertà e Thiago sin dall’adolescenza si è messo la maglia della Roja tagliando
con le proprie radici.
Lo stesso ha fatto Rodrigo, l’attaccante del Valencia cugino dei due fratelli. Anche per lui origini brasiliane e nazionale spagnola. Rafinha ha fatto altre scelte: ha iniziato con le giovanili della Spagna e ha cambiato sponda passando al Brasile: “Che poi è sempre stato il mio sogno. E quello di mio padre”.

Rafinha ha vinto l’attesissimo oro olimpico nel 2016 e ha debuttato con la Seleçao. Il Mondiale del 2018 però sembra lontanissimo per lui: è fermo dal 2 aprile, 9 mesi abbondanti, complicati da un doppio intervento al ginocchio destro per un problema al menisco. Lo stesso ginocchio che nel settembre 2015 aveva fermato Rafinha per 6 mesi per la rottura del legamento crociato, con la riabilitazione completata nella palestra di boxe (sua grande passione) Templum di Barcellona, di cui è proprietario, agli ordini del
campione Juli Giner.

Era tornato bello forte ed era riuscito a farsi largo nel Barça, giocando bene e segnando con frequenza. Il 2 aprile però il nuovo crack: è stato operato il 7 dello stesso mese e poi di nuovo il 1° ottobre perché l’articolazione non funzionava bene. Il 18 dicembre scorso ha ricevuto il via libera dai medici del Barça ma non è ancora tornato in campo. Rafinha vuole giocare, solo così può continuare a sognare il Mondiale che fu del padre.

Considerato il nuovo Xavi ma il fratello di Guardiola, suo agente, nel 2013 l’ha portato in Baviera. Rafinha, come col Brasile, anche con il Barcellona ha mostrato maggior fedeltà: è andato in prestito al Celta quando c’era Luis Enrique e ha fatto una grande stagione, poi ha sempre voluto trovare il suo
spazio in blaugrana. Per farlo si è adattato: “Ho la fortuna di poter giocare in varie posizioni,
anche se sono sempre stato un interno mi sento a mio agio tanto come esterno che come uomo di fascia”.

Può rendere in varie posizioni, è un giocatore speciale, differente», diceva Luis Enrique che a un certo punto, poco prima che si facesse male, aveva cambiato il 4-3-3 con il 3-4-3, usando il brasiliano sulla
destra nella linea di mezzo nel celebre 6-1 al Psg. Rafinha è uno che vede la porta, approfittando degli spazi creati dagli attaccanti, ma non ha problemi a dare una mano in copertura.
Non ci sono dubbi sul fatto che una volta ritrovata la forma possa essere utile, o molto utile, all’Inter.

 

 

 

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