Gabigol Inter, è davvero tutta colpa della società nerazzurra?

Uno dei probabili assenti contro li friulani, e non per problemi fisici, sarà Gabigol Inter-Udinese, quindi, potrebbe vedere il brasiliano in tribuna. Ennesimo (ed ultimo?) capitolo di una storia piena di bassi e pochi, pochissimi alti.

GABIGOL INTER, IL BRASILIANO IN TRIBUNA? 

L’escalation di autogol da parte di Gabriel Barbosa potrebbe completarsi tra poche ore. Il brasiliano, dopo aver lasciato la panchina contro la Lazio, è stato multato, ma la punizione non potrebbe esaurirsi qui. L’ultimo cambio all’Olimpico, Medel-Banega, ha fatto perdere la pazienza all’ex Santos. Ora, anche la convocazione è a rischio. Anche le parole di Vecchi in conferenza stampa lasciano spazio a poche interpretazioni. “La società ha preso dei provvedimenti atti ad evitare scenari simili in futuro. Lo ha fatto la società e lo farò io”. Questo, in sintesi, il pensiero del tecnico nerazzurro su Gabigol e Joao Mario. A questo punto, il sondaggio è più che lecito: fa bene il tecnico a non convocare il brasiliano?

Una grandissima mano a rispondere a questo dilemma ce la dà lo stesso giocatore. Ragionando dal suo punto di vista, un giocatore di appena 21 anni con la voglia di macinare chilometri e chilometri e fare gol su gol può lecitamente irritarsi per uno scarso impiego che, finora, parla di sole 10 presenze in nerazzurro. La differenza tra un ragazzo e un uomo di già 21 anni, invece, è diversa. Il brasiliano, va detto, non ha mai fatto molto per far ricredere i propri allenatori. Questo a prescindere dal rendimento in campo. L’uso sfrenato dei social network, la mancanza di costanza in allenamento (non si spiega altrimenti la panchina con quattro tecnici diversi), l’atteggiamento spocchioso in campo e in tribuna. Forse Pioli, de Boer e Vecchi, non avevano poi tanto torto. Il giocatore deve crescere, nella testa prima che nelle gambe. Abbandonare la panchina non è sintomo di maturità né un incentivo a far cambiare idea.

QUALI SCENARI PER IL FUTURO DI GABIGOL?

L’ultimo capitolo potrebbe essere scritto tra poche ore. L’ipotetica assenza di Gabigol aprirebbe ad un solo scenario: la cessione. Il brasiliano, più volte dimostratosi insoddisfatto, potrebbe chiedere un trasferimento. E, se non lo farà lui, lo farà Wagner Ribeiro, vulcanico procuratore dell’ex Santos più volte resosi protagonista di dichiarazioni tanto repentine quanto gratuite ed indesiderate. Ragionando dal punto di vista dell’Inter, però, ci sono tre punti a sfavore di una cessione e a favore di un eventuale prestito.

Cedere Gabigol a titolo definitivo, ora, vorrebbe dire due cose: innanzitutto, ammettere il fallimento dal punto di vista tecnico. Un giocatore venduto dopo un solo anno vuol dire porre più di un dubbio sulla bontà della campagna acquisti. Due: perdere un attaccante che, magari, potrebbe confermarsi in futuro, aumentando i rimpianti nerazzurri come con Coutinho, ora protagonista al Liverpool. Tre, forse la più importante: dal punto di vista economico, sarebbe una minusvalenza non indifferente. Ecco perché lo scenario migliore potrebbe essere il prestito in un altro club, consentendo all’ex Santos di farsi le ossa e magari convincere l’Inter a riprenderlo il prossimo anno.

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