Inter, addio Europa e benvenuto (ennesimo) anno zero

Cancellare, ma non dimenticare. Questo il monito per l’Inter che verrà e che da ieri può salutare l’Europa, seppur quella minore, conquistata da squadre con più fame e orgoglio.

Addio Europa, meglio così oppure no

Partiamo da una base, recitare in Europa League come fosse una gita delle elementari basta e avanza per un solo anno. Quella che verrà dovrà essere realmente la stagione zero dell’Inter, anche se si parte dal presupposto di non avere ancora un allenatore.

E poi?

E poi si dovrà imitare la Juventus, che in 10 anni è ripartita dalle macerie. L’Inter non ha uno stadio di proprietà ma ha chi può investire, liberandosi magari di chi ha una percentuale e usa il nerazzurro come scopo di lucro senza passione.

Fatta chiarezza su chi dovrà dirigere e fare il presidente, la rosa attuale non è da cambiare totalmente ma va fatta tabula rasa su chi, sul più bello, è mancato di attributi.

Ancora Juventus da imitare, uno su tutti, Mario Mandzukic. All’Inter ne servirebbero due o tre con il carattere del croato, uno che insegni a Brozovic come sfruttare il talento, un altro che tenga a bada la difesa da distrazioni “alla Murillo” e uno in attacco che svegli Icardi quando di botto manca di leadership.

Non sarà facile risalire, l’Inter è una rosa con tante spine ma che ha anche un profumo unico e indelebile, un orgoglio che in tanti non conoscono, a partire da investitori stranieri che non hanno quei colori nel dna.

In Europa non si va, ed è un peccato che il blasone e l’orgoglio nerazzurri siano ancora colpiti al cuore, ma l’Inter è l’Inter, la squadra con più tifosi in media allo stadio, un insieme di elementi che sa sfruttare anche l’autoironia e che si può calpestare, ma mai affossare.

Verrebbe da dire date l’Inter agli interisti, riprendere la strada interrotta grazie a personaggi che non hanno capito che guidare i nerazzurri è una cosa scientificamente a parte rispetto a tutta la Serie A, con pregi e difetti.

Conte o non Conte, Spalletti, Simeone, non importa chi sarà il timoniere, servono idee, certezze, il resto verrà da sé senza dimenticare questa orribile stagione e far sì che dagli errori nasca qualcosa d’importante.

Fallire ancora sarebbe una tragedia, ma anche un qualcosa di immeritato.

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