Inter completamente a fondo, ora chi ha la personalità di fare quanto necessario per ripartire?

Inter che continua a brancolare nel buio, lasciando i propri tifosi nello sconforto più totale. La situazione è caotica e di difficile soluzione, urgono provvedimenti decisi dalla parte della società che deve prendere la questione di petto. Siamo arrivati al momento delle scelte: basta sfumature di grigio, o si sta nel bianco o si sta nel nero. La società dovrà scegliere da che parte stare, agendo sulla base di un semplice quesito: chi si merita di rimanere in nerazzurro?

LO SPOGLIATOIO NON ESISTE DA TEMPO, BISOGNA INTERVENIRE

Inter al collasso totale. Non solo per via dei risultati e delle prestazioni, ma la situazione sta veramente degenerando. I tifosi sono in rivolta, la squadra è in vacanza da un mese, manca un allenatore vero, la dirigenza è in discussione. Nonostante tutti i buoni propositi di inizio anno la nave sta per affondare ed è già partita la corsa per abbandonarla. Tuttavia Suning dovrà fare delle scelte e “aiutare” alcuni giocatori ad abbandonare il Titanic, volenti o nolenti.

Spesso di recente si è detto che alcuni giocatori non sono da Inter, che non sono degni di indossare i colori nerazzurri. Tuttavia il problema vero è che, stando a quanto visto sul campo, alcuni elementi nemmeno paiono calciatori professionisti. Essere un professionista vuol dire impegnarsi a prescindere dal contesto, significa vita da atleta, testa e cuore sull’obiettivo. Significa mostrare carattere e personalità, coesistere coi propri compagni. Tutte chimere in casa Inter. Le partite delle ultime settimane sono sembrate dei remake dell’Alba dei morti viventi.

Ognuno gioca per contro proprio, tutti sono già in vacanza. I vari gruppetti frammentati dello spogliatoio hanno infine avuto la meglio, minando ai risultati di stagione. Se è vero che gli allenatori subiscono le conseguenze dei risultati più che del lavoro e che spesso sono capri espiatori, lo stesso non si può dire dei giocatori. Tuttavia la società dovrà prendere in mano la situazione e parlare chiaro con tutti: se l’atteggiamento è questo, la porta per la cessione deve essere aperta, come ha dichiarato ieri Eder.

CHI MERITA DAVVERO LA RICONFERMA?

La chiarezza dovrà essere alla base del restauro. Come ha detto ieri Eder, chi vorrà rimanere o partire dovrà avere il coraggio di dirlo, così come la dirigenza dovrà parlare francamente. Troppi problemi di questa squadra sono stati causati dall’agire sottotraccia, dalla paura di essere trasparenti l’uno con l’altro. Le stagioni vanno pianificate dal primo giorno, non in corso d’opera. I traguardi prefissati non devono essere ridimensionati dopo due partite storte. La fretta è cattiva consigliera e il progetto è prossimo al naufragio. Desiderare il controllo totale solitamente tende a fartelo perdere. Cosa si può fare ora?

L’unica via possibile per ricostruire da queste macerie e fondare una squadra che sia prima di tutto unita e salda. Uno spogliatoio con meno prime donne e più campioni dalla mentalità operaia, gregari che sappiano come cementare i rapporti. Ci vorrà un gruppo che faccia quadrato intorno all’allenatore nei momenti difficili e che non mugugni solo davanti alle telecamere. Ci vuole un gruppo che si comporti come un sol uomo, che si comporti come una persona matura. Chi si salva nella rosa attuale dal venire buttato giù dalla rupe? Pochi, pochissimi possono fregiarsi del titolo di “calciatore” in questa tragica annata. Gagliardini, perché prospetto straordinario, Icardi, perché polemiche o no è uno dei 9 migliori al mondo, D’Ambrosio ed Eder per la voglia messa in campo a prescindere dai mezzi tecnici. E magari anche quel povero Gabigol, giusto per la voglia di vederlo giocare una partita vera.

Tutti gli altri, per ciò che si è visto, possono venire gentilmente accompagnati alle scialuppe di salvataggio, da dove forse si godranno un inatteso spettacolo: la nave in procinto di affondare, alleggerita della loro zavorra, uscire dalla tempesta  e rimettersi in rotta verso la vittoria.

 

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