Nagatomo è il simbolo della decadenza. All’Inter da sei anni, è arrivato il momento di cambiare

Nagatomo è arrivato nel 2011 all’Inter. In questi sei anni si è fatto apprezzare più per essere uomo spogliatoio che effetivo valore aggiunto in campo.

ERRORI NON DA SERIE A, NON DA INTER

Ieri sera ha confermato quanto non sia utile alla causa nerazzurra, anzi. Un errore che ha favorito il gol del Napoli, da non far vedere ai ragazzini delle scuole calcio. Il peccato però non è solo l’errore, che può capitare. Yuto Nagatomo semplicemente non è all’altezza di vestire la maglia nerazzurra. Ieri se ne è avuta la riconferma. Un problema storico, quello dei terzini per l’Inter, una lacuna enorme che necessita di essere colmata. L’Inter ha speso tanto nella scorsa estate per giocatori offensivi come Joao Mario e Gabigol, nella prossima campagna acquisti servirà spendere altrettanto per rinforzare il reparto difensivo, ma servirà anche cedere perchè “giocatori” come Nagatomo possano non vestire più la maglia dell’Inter.

SIMBOLO DELLA GLOBALIZZAZIONE CALCISTICA

Dopo la disastrosa prestazione di ieri, viene da chiedersi cosa spinse l’Inter sei anni fa ad acquistare Nagatomo dal Cesena. Viene da chiedersi perchè dopo sei anni sia ancora parte della causa nerazzurra. La risposta a questo punto sembra chiara. Nagatomo è stato ed è un mezzo per far arrivare l’Inter anche nel continente asiatico. Rappresenta al meglio la vergognosa globalizzazione calcistica degli ultimi anni, che ha sacrificato le giuste scelte con le scelte di mercato. L’espansione del brand nei paesi asiatici ha superato la necessità di imporsi innanzitutto in Italia. L’acquisto di Nagatomo ha superato la necessità di acquistare un valido terzino.

L’INTER HA BISOGNO DI ALTRO

Non è cosi che l’Inter si può affermare come potenza mondiale. Sono i risultati sul campo che permettono di essere conosciuti e amati anche fuori dall’Italia. Il tifoso non vuol sentir parlare di business, brand, mercati esteri. Il tifoso vuole il meglio per la sua squadra. Vuole che dietro alle scelte societarie ci sia razionalità e voglia di crescere come squadra e non solo come marchio economico. L’Inter non ha bisogno di questo. L’Inter deve tornare ad essere l’Inter.

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