IL MATCH AI RAGGI X – Dal cinismo iniziale allo spreco e alla paura della ripresa

Nonostante la Pasqua, SpazioInter mantiene i suoi impegni fissi. Non poteva infatti mancare la nostra consueta analisi tattica post match. D’altronde, non sono poche le cose da dire sul derby disputato ieri all’ora di pranzo. Una grande illusione iniziale coronata perĂ² da un brutto risveglio finale, con pareggio in un recupero lunghissimo dato dal discusso arbitro Orsato. Al di lĂ  di ciĂ², proviamo a focalizzarci solo su quanto messo in pratica dalle due squadre in campo.

PRIMO TEMPO: UN GRANDE HANDA, CINISMO E RIPARTENZE

L’Inter si presenta con il solito 4-2-3-1, con perĂ² due importanti novitĂ  tra i titolari: Nagatomo a sinistra in difesa al posto dell’argentino Ansaldi e Joao Mario di nuovo in campo da trequartista in luogo di Banega. Le mosse funzionano, perchĂ© il giapponese, incaricato di seguire Suso, riesce a porre un freno alle iniziative dello spagnolo, sia quando resta largo sulla fascia, sia quando tende ad accentrarsi. Il portoghese invece, dopo 5 partite in panchina e con pochi scampoli nel motore, si consacra ad assoluto migliore in campo. L’ex Sporting svaria lungo tutto il fronte d’attacco, si fa dare palla retrocedendo anche in mediana, punta e salta l’uomo, duetta con i compagni, crea presupposti sempre interessanti. La giocata iniziale, con dribbling tra due avversari e successivo cross per Icardi, ne è un esempio lampante. Anche il Milan ha perĂ² un asso nella propria manica: il suo nome è Deulofeu. Lo spagnolo è poco concreto al momento della conclusione, ma la sua velocitĂ  mette spesso in difficoltĂ  i diretti marcatori nerazzurri. Difatti nei primi minuti è piĂ¹ il Milan a detenere il pallino del gioco, o almeno a capitalizzarlo nella creazione di piĂ¹ occasioni. Handanovic è perĂ² in grande spolvero, soprattutto nelle uscite, un aspetto che non lo vede spesso primeggiare. L’Inter fa vedere di avere piĂ¹ qualitĂ  nel gioco a terra della palla,  soprattutto dalla trequarti in avanti, ma le soluzioni si perdono sempre in cross non sfruttati dalla fascia.  Il primo goal nasce da un gran verticalizzazione di Gagliardini, pessimo inizio ma solito costante miglioramento, su cui Candreva fa pesare la sua esperienza a De Sciglio. Il due a zero nasce dal suo marcatore Icardi, spesso vincente nei duelli con i centrali rossoneri, bravissimo a dialogare con Perisic facendo nascere un’azione dal nulla. I piĂ¹ talentuosi giocatori nerazzurri vanno a sprazzi, ma ogni volta sembrano in grado di poter frantumare la non eccelsa retroguardia rossonera. Milan piĂ¹ costante e probabilmente troppo indietro nel punteggio in virtĂ¹ di quanto fatto nei primi 45 minuti.

SECONDO TEMPO: SQUADRA TROPPO BASSA E TANTE OCCASIONI SCIUPATE

La ripresa vede un’Inter saggiamente piĂ¹ indietro col baricentro e pronta a colpire in contropiede. La missione sembra poter riuscire, visto che all’inizio la squadra di Pioli crea diversi occasioni, mancando di cinismo al punto giusto. Il contrario di quanto avvenuto nella prima frazione. Icardi continua ad avere vita facile contro Romagnoli e Zapata, mentre Perisic inizia a salire sempre piĂ¹ di giri, peccando perĂ² di qualche scelta nei momenti vitali dell’assist e del tiro. Il Milan, da par suo, non va oltre qualche solita folata di Deulofeu senza reali pericoli. La squadra è compatta quando si abbassa e la difesa tiene piuttosto bene, se non per qualche buon inserimento con i tempi giusti di Bacca, sempre fermato al momento topico. I problemi arrivano con i cambi: Pioli sostituisce Perisic con Eder. Il croato è dolorante a un ginocchio, ma il reale cruccio nerazzurro è che l’oriundo azzurro non riesce a fare ciĂ² che in genere non sbaglia mai, vale a dire entrare in partita da subito. Diversi sono i suoi errori in appoggio in situazioni in cui l’Inter avrebbe, in contropiede, i presupposti per chiuderla. Successivamente in campo arriva anche Murillo al posto di Joao Mario, con passaggio alla difesa a 3 e baricentro ancora piĂ¹ basso. Gagliardini e Kondogbia fanno un ottimo scudo, ma in avanti vengono meno rifornimenti. Si è dibattuto molto su questo cambio? Serviva davvero? Il Milan si era giocato il tutto per tutto con Lapadula e Ocampos, perciĂ² forse un uomo di sostanza serviva. Forse non bisognava tirar fuori Joao Mario? Magari bisognava procedere con un centrocampista piĂ¹ qualitativo che non facesse perdere smalto alla manovra?

Fatto sta che, approfittando di ciĂ² e di una gestione arbitrale pessima di Orsato, che concede ogni tipo di intervento, compresi quelli a martello sul portiere, il Milan riesce a tornare in partita. L’Inter si riorganizza e nel recupero sembra in grado di gestire il pallone lontano dalla propria porta, ma l’ultimo guizzo fornito al Milan è quello fatale.

 

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