LA PARTITA AI RAGGI X – Inter-Torino 2-1, i nerazzurri vincono la partita a centrocampo

Con la vittoria ottenuta contro il Torino, De Boer ha salvato (almeno per ora) la sua panchina e ha potuto ricavare importanti indicazioni in vista delle prossime partite. In primis, è tornato al gol Mauro Icardi che ha così interrotto il suo digiuno che durava da 6 partite ed è tornato a siglare una doppietta al Meazza dopo ben 17 mesi.

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SENZA PITBULL Un aspetto particolare della formazione schierata dal tecnico olandese era legato all’assenza di Gary Medel in mediana. L’inamovibile Pitbull ha scontato la prima delle prime tre giornate di squalifica dopo la manata rifilata domenica scorsa a Kurtic e al suo posto ha giocato Joao Mario in posizione più arretrata nel 4-3-3. Il portoghese sicuramente non nasce come mediano di rottura o regista ma si è reso autore di una buona prestazione al netto di qualche errore in fase di impostazione che però si perdona a un giocatore fuori ruolo. A differenza del cileno che corre, pressa, ma spesso la gioca in orizzontale, l’ex Sporting ha spesso dato il là ad azioni offensive cercando subito di innescare Brozovic o Banega.

EDER IN CRESCITA La panchina di Perisic non va vista come una scelta propriamente punitiva ma più che altro come una preferenza nei confronti di Eder che al momento pare più in forma del croato. L’ex Sampdoria aveva già lanciato segnali positivi a Bergamo (peraltro segnando un gran gol su punizione) e anche ieri ha confermato la crescita con accelerazioni e spunti che non si erano mai visti nella sua tribolata esperienza nerazzurra. Buona l’intesa con Icardi con cui spesso si scambia il pallone in velocità arrivando anche spesse volte al tiro (qui però pecca di imprecisione).

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DIFESA POCO SOLIDA Certo, la prestazione generale della squadra è stata positiva ma resta da rivedere la fase difensiva che troppe volte è andata in difficoltà, spesso peraltro in circostanze banali e apparentemente di controllo. Andando oltre lo scontro fra Murillo e Ansaldi in occasione del gol di Belotti, spesso manca l’intesa a livello di impostazione con passaggi troppo imprecisi fra i centrali e i terzini che rischiano di perdere la sfera in una zona più che pericolosa del campo. Miranda dà maggiori garanzie del colombiano ma talvolta anche l’ex Atletico pecca di superficialità con letture non ottimali forse legate all’eccesso di sicurezza.

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