Tanti auguri al Principe Diego Alberto Milito, l’uomo della storia

Pochi giorni fa è stata la volta di Sneijder, oggi invece la festa è la sua, dell’uomo che più ha beneficiato degli assist dell’olandese, non mancando di ricambiare qualche volta il favore: Diego Alberto Milito compie oggi 37 anni, il primo compleanno, dopo molti, senza più essere un calciatore professionista. Si è ritirato da circa un mese e dunque l’occasione per celebrarlo degnamente c’è giá stata, la sua carriera e le sue gesta sono state ripercorse in lungo e in largo e addirittura ad Avellaneda hanno deciso di intitolargli una via, l’ex “Corso Italia”, forse perché sanno come anche e soprattutto in Italia lui abbia lasciato indelebilmente il segno.

Un giocatore umile, capace di crearsi un’aurea leggendaria una volta passati i 30 anni, quando era finalmente riuscito a compiere il grande salto in una big dopo anni da bomber di provincia tra Genova e Saragozza. Un attaccante che, a digiuno di qualsiasi coppa europea, ha messo il timbro su una Champions League in maniera indelebile, giocata per la prima volta, con un goal per fase fino alla doppietta dell’apoteosi in finale. Gesta sul cui valore e sulla cui grandezza è più facile riflettere dopo che sia trascorso un po’ di tempo, quando le cose possono essere inquadrate con più razionalità, ma con dentro ancora le emozioni di notti e pomeriggi tirati, ansiosi, difficili, magici.

mILITOMilito forse non è stato un fuoriclasse, non è mai stato un uomo da copertina, ma nonostante ciò ha guadagnato comunque gli allori del campione, non è nato con le stimmate del predestinato, ma è cresciuto con il sudore versato negli allenamenti, non era l’uomo che ognuno avrebbe inserito nella propria formazione dei sogni, ma è stato l’ingranaggio perfetto, il motore essenziale di una fuoriserie dirompente. Roma, Siena, Madrid, avversari ubriacati dalle sue finte, battuti dalle sue conclusioni, confusi dai suoi movimenti.

Bomber di razza, attaccante vero, puro, uomo cresciuto a furia di sacrifici, grandi prestazioni e maturazioni costanti. Certi livelli non si raggiungono per caso, ma sono frutto di qualità che in parte hai dentro e che, in altra parte, hai il merito e il dovere di sviluppare se ambisci a raggiungere determinati traguardi, se il tuo sogno è quello di diventare l’uomo della storia. 

Ma forse la grandezza di Milito è racchiusa nel non aver ambito a una grandezza personale per auto-coltivare la propria gloria, ma nell’essersi messo a servizio e a disposizione di un collettivo in cui qualcuno magari spiccava anche più di lui. Il resto è venuto da sè, se parti con l’intenzione di scrivere la storia corri il rischio di bruciarti e di fermarti senza nemmeno aver completato la prima pagina. La storia si fa in maniera inconsapevole, quasi senza volerlo, come ha fatto il Principe del Bernal. D’altronde, nei sogni come nelle storie, sono i principi i veri protagonisti di tutto.

Grazie e tanti auguri Diego.

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