Cinque anni fa, allo Stadio Olimpico di Roma, finiva di consumarsi un ciclo infinito di vittorie. L’Inter di Leonardo conquistava la settima Coppa Italia della storia nerazzurra battendo il Palermo per 3 a 1. Il sesto trofeo in due anni, il quindicesimo in sei, da quando, nel 2005, sempre con una Coppa Italia, Roberto Mancini diede vita ad anni di gioie e trionfi quasi incontrastati.
In tempi recenti, le cose migliori dell’Inter sono iniziate sempre con la conquista del titolo nazionale, ma in quella calda serata di fine maggio si chiusero. Forse non immaginavamo di ritrovarci a mani completamente vuote dopo 5 anni, ma di fatto quello fu l’ultimo guizzo vincente di un gruppo granitico. Furono gli ultimi sigilli del leone Samuel Eto’o, che con la sua doppietta coronò una stagione personale pressoché perfetta. Fu il riscatto del Principe Diego Milito, che dopo una stagione ricca di calvari, pose il suo sigillo su un’altra finale. Mica roba da poco. Di fronte un avversario talentuoso, quel Palermo di Pastore e Miccoli che, con il goal del 2 a 1 di Munoz, provò a mettere paura.
Nulla da fare: quel gruppo sapeva come ci si comportava in certe sfide, quando era necessario soffrire e quando, invece, affondare il colpo definitivo. Peccato che poi il colpo fu affondato sull’Inter stessa, con cessioni deleterie, rimpiazzi inadeguati, mancanza di progettualità. Tutte ragioni per cui questa data è rievocata con un pizzico di malinconia, ma, non dimentichiamolo mai, con la gioia di chi ha vissuto momenti di felicità sportiva inarrivabili per molti altri.