Solari: “Simeone era già un allenatore in campo, su Zidane solo pregiudizi iniziali…”

Venne all’Inter con molte aspettative, non riuscì a ricompensarle, ma in compenso se ne andò da Milano con una bacheca personale molto più arricchita. Santiago Solari, ex ala del Real Madrid e attualmente nello staff tecnico di Zidane, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport in attesa della finale che vedrà contrapposte le due squadre della capitale spagnola e delle quali l’argentino conosce molto bene entrambi gli allenatori. Ecco le sue parole a proposito dei due:

Simeone era già allenatore quando giocava. Di più, mi azzardo a dire che il Cholo, quando giocava, era più allenatore che calciatore. Ovviamente non perché non giocasse bene, ma per la sua gravitazione tattica ed emozionale sul resto dei compagni, per come viveva il calcio e per ciò che trasmetteva. Con lui ho giocato poche partite ma furono sufficienti per togliermi ogni dubbio sul fatto che sarebbe diventato un allenatore. Zidane era più introverso. E magari per questo la sua decisione di diventare allenatore sorprende di più, sorpresa figlia di un pregiudizio: era talmente forte come giocatore che durante la sua carriera ci si è sempre concentrati su questo senza intuire ciò che poteva essere Zizou dopo il ritiro”. 

Zinedine Zidane

Com’è Simeone?
Una persona speciale, un grande motivatore. Legge perfettamente le partite e non perde tempo in discussioni sterili: si concentra nel cercare di ottenere il massimo profitto dal materiale che ha disposizione. Questo è il suo stile”.

Quanto pesa il passaggio in Serie A dei due tecnici?
Sicuramente l’esperienza italiana lascia un’impronta importante. In ogni giocatore, e quindi in ogni allenatore, c’è un prima e un dopo il passaggio in Serie A. Io personalmente in Italia ho appreso tantissimo. Penso anche al tempo passato con i vostri allenatori qui in Spagna, Sacchi e Ranieri. Sono tante le carriere di allenatori nate in Italia, poi ci sono altri che invece vengono respinti: non tutti i giocatori sono adatti alla Serie A e la Serie A non è adatta a tutti”.

Memorie di San Siro?
È un posto strano. Ho grandi ricordi visto che ci ho vinto 3 scudetti però a me continua a sembrare peculiare il fatto di giocare in uno stadio che ospita due squadre”.

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