Inter-Empoli, fotografia di una stagione: inizio da applausi, finale da brividi

Che la partita di ieri sia stata desolante, nonostante la vittoria, non c’è dubbio. Inter che ha giocato a calcio per 20 o massimo 30 minuti, prima di lasciarsi andare a un secondo tempo privo di guizzi, voglia di incidere, determinazione, concentrazione. Errori a cascate, disattenzioni varie e rischi fino all’ultimo minuto, quando a Pucciarelli é stato annullato il goal del secondo pareggio per questione di centimetri di fuorigioco.miranda lazio

D’altronde, non sarebbe stato nulla di eccezionalmente nuovo in questa stagione: l’incapacità di sbloccare e chiudere gare ingarbugliate, a cui ha fatto quasi sempre seguito la paura e la difficoltà nei minuti finali di gestire il vantaggio, è stata una tendenza costante, iniziata al termine del girone di andata e proseguita poi, in maniera coerente, sino a ieri pomeriggio. I nerazzurri hanno perso tantissimi punti nei minuti finali dei match disputati, quando la beffa arrivava puntuale e maligna, pronta a cancellare e rendere vano quanto si era tentato di fare precedentemente, che mai corrispondeva però al massimo possibile. Inizi positivi, come ieri, quando si tentava di imporre il proprio gioco e imperversare, prima di sciogliersi col passare del tempo al comparire delle prime difficoltà e far trascorrere minuti di sofferenza ai tifosi, che hanno ormai assunto l’abitudine di raggelarsi nei minuti cardine di ogni sfida.

Col Napoli è stata una piacevole eccezione, ma coloro che credevano fosse una (tarda) prova di maturità finalmente acquisita, sono rimasti delusi. Contro l’Udinese e l’Empoli si è tornati a soffrire, ma almeno sono arrivati i 3 punti, bottino che era mancato a Roma contro i giallorossi, contro il Torino, il Carpi, la Fiorentina al Franchi, il Sassuolo, la Lazio in casa, molteplici indizi di un problema mentale evidente. Forse la cosa più importante in vista del prossimo anno, assieme a un regista, é trovare una forza mentale più consolidata: arrivare quarti e aver centrato l’obiettivo minimo è una buona base da cui ripartire e trovare questa imprescindibile virtù?

 

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