Il problema più grande dell’Inter è stato nella costruzione della rosa: ecco quale

Lo abbiamo detto tante volte, forse troppe, ma su alcuni concetti è sempre meglio tornare e fare in modo che risaltino, soprattutto quando erano stati sostenuti tempo addietro. In questa squadra, che ha comunque trovato un suo scheletro di sostegno ben collaudato, c’è stato un difetto strutturale, non piccolo tra l’altro, ma di una certa rilevanza. Come si può affrontare metà stagione, e con un obiettivo importante alla portata, con soli 4 centrocampisti di ruolo più il giovane Gnoukouri, in campo solo nel primo tempo della prima giornata contro l’Atalanta?

Felipe-Melo-770x470

Il tutto, senza considerare che 3 di questi 4 centrocampisti si somigliano molto, vale a dire Medel, Melo e Kondogbia, giocatori più dediti alla fase di contenimento e di rottura del gioco altrui. Attenzione, non si tratta di giudizi di merito sui calciatori, che ultimamente si sono comportati tutti bene ed egregiamente, ma di una concezione di base di partenza che è risultata errata, già in estate, quando è stato acquistato il brasiliano dal Galatasaray, ben sapendo come le sue caratteristiche combaciassero alla perfezione con quelle del cileno. Kondogbia a differenza dei due può fare la mezzala, ma è un altro che fa più pesare la fisicità che i piedi, anche se portando qualche spunto in più nella metà campo offensiva. Con il solo Brozovic deputato a dare qualità e a collegare i reparti, è normale che quest’ultimo possa disputare una partita sottotono, dal momento che di recente è stato chiamato agli straordinari. Il problema è che per sostituirlo non c’è nessuno, che sia un regista o una mezzala. Non un’alternativa che sappia portare qualità, che consenta di non perdere superiorità numerica a centrocampo e di portare sia energie fresche che idee e guizzi in più. Magari, avendola, ieri si poteva inserire al posto di un Brozovic in affanno o di Melo e Medel, ottimi in copertura, ma inutili nell’assalto finale.

Questa negligenza è stata aggravata dal fatto di aver speso soldi a gennaio per un ulteriore attaccante, Eder, quando la batteria nerazzurra era già folta di buone individualità e variegata per caratteristiche. Si è voluto risolvere il problema del goal nella maniera sbagliata, comprando un attaccante sicuramente valido, ma che mai aveva assaggiato il contesto di una grande piazza e nemmeno così futuribile. Magari quegli stessi soldi si potevano devolvere alla Samp per avere Soriano o investirli in ulteriore centrocampista. Non è stato fatto e un po’ ne sono state pagate le conseguenze. La prelazione di Soriano e l’acquisto di Banega vanno già in questa direzione, per colmare un vuoto parso da subito evidente. Si sarebbe potuto obiettare

 

Impostazioni privacy