Tanti auguri a Nicola Berti, l’orgoglio di essere nerazzurro

Lo vorremmo tutti e sempre un giocatore così, tanto forte in campo quanto attaccato alla maglia, tanto pungente sul terreno di gioco, quanto nelle dichiarazioni e nelle polemiche con gli avversari di sempre.  Amava punzecchiare Nicola Berti, ma anche entusiasmare per le sue gesta.

Un giocatore che ha dato tutto alla causa, sposandola sempre incondizionatamente. Membro essenziale del team dello scudetto dei record del 1989 con Trapattoni in panchina, autore di uno dei goal più belli della storia nerazzurra, quello a Monaco di Baviera contro il Bayern in Coppa Uefa, a suggello di un contropiede che lo aveva visto rubare palla poco fuori dalla sua area di rigore e poi involarsi verso la porta avversaria tra gli sprovvisti difensori tedeschi, tramortiti da quel tuono improvviso. Coppa Uefa che l’ha poi visto primissimo protagonista nei successi nerazzurri, da quello del 1991, in cui si procurò il calcio di rigore  del vantaggio e segnò il 2 a 0 nella decisiva sfida d’andata, a quella del 1994, quando decise sempre l’andata sul campo del Salisburgo. Un giocatore entrato di prepotenza nella storia e nei cuori interisti, che si sono beati del suo sfrenato interismo, del suo orgoglio di essere tale.

Berti  Nick

 

 

 

 

 

 

Forse manca nell’Inter di oggi quella malizia, quella sana pazzia di chi sa che un goal nel derby va festeggiato a dovere e non come una qualsiasi altra rete, quell’irriverenza che cerca lo scontro con i nemici storici per ergersi a paladino di un intero popolo. Ci vogliono giocatori che vengano amati a dismisura e che amino altrettanto la propria squadra. Queste cose non hanno difettato affatto nei primi 49 anni della vita di Nicolino Berti. Tanti cari, sinceri e nerazzurri auguri. 

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