Inter, questione di Champions, in rosa pochi l’hanno giocata

Vincere la Champions è questione di tanti fattori, campioni, fortuna ma anche esperienza, con le solite squadre che arrivano all’atto finale proprio perché in rosa hanno tanti giocatori che da sempre ascoltano l’inno della coppa quasi ogni settimana.

Analizzando l’Inter e la sua rosa si evidenzia che ben pochi hanno ascoltato la melodia creata da Tony Britten che dal 1992 fa da corollario alle grandi partite, c’è chi l’ha solo sfiorata, fermandosi ai preliminari e chi invece l’ha sentita solo alla tv.

Partendo dall’undici che Mancini sta stabilmente mettendo in campo possiamo notare che Handanovic ha giocato solo i preliminari 2011/12 con l’Udinese, spiegando così perché a 30 anni vorrebbe esordire nella coppa dalle grandi orecchie, ma va peggio a D’Ambrosio e Medel che hanno calcato al massimo l’Europa League.

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Per Murillo conta la giovane età e il fatto di non aver disputato ancora la Champions mentre Miranda ha 21 presenze totali con l’Atletico Madrid oltre ad aver l’esperienza nella Libertadores che per fattori ambientali spesso è anche più nervosa della coppa europea.

Nagatomo ha giocato la Champions nei primi due anni di Inter senza mai lasciare un grosso segno, Kondogbia invece ha fatto tremare la Juventus col Monaco e si è fatto notare proprio grazie alla Champions, l’età per il francese gli ha portato un’unica stagione tra “i grandi” mentre Ljajic ha collezionato solo 4 presenze con la Roma, seppur con l’età ancora dalla sua parte ma le ha giocate nel 2013/14.

Alla fine dei conti l’uomo più esperto è Ivan Perisic, ma la Champions l’ha vista solo col Dortmund di Klopp lasciando il Wolfsburg, ora ai quarti, dopo un anno di Europa League.

Se per Palacio è esistita la Libertadores ecco che sia per lui che per Icardi la Champions è una competizione vista solo alla tv o letta nei giornali, così come per Juan Jesus e Eder mentre Brozovic l’ha assaporata con la Dinamo Zagabria e Telles con il Galatasaray.

Parlando di Galatasaray viene in mente Felipe Melo, lui, vedendo i numeri, sarebbe quello che ha giocato più volte, con Fiorentina, Juventus e il club turco con Mancini, ma il giocatore sembra difficilmente confermabile per l’anno prossimo e quindi la sua esperienza potrebbe raccontarla in altre squadre.

Che nessuno invece ricordi la musichetta della Champions a Stevan Jovetic, l’assurda esclusione da parte di Pellegrini al giocatore montenegrino ha innescato nel numero 10 una delusione che unita ad un carattere non proprio da leone lo fa sembrare arrendevole alla prima difficoltà.

Difficile arrivar così a collezionare almeno 50 presenze tutti insieme, cifra che per Messi è uno scherzo dall’alto dell’essere il recordman della competizione, così si spiega l’identikit dei giocatori che Mancini va cercando, da Banega a Diarra passando per Erkin e Nani, gente che la Champions l’ha vissuta e sa che per giocare certe partite non conta solo aver talento.

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