Nessun rimpianto, nessun rimorso: quando le cessioni funzionano

Il mercato estivo aveva lasciato molti dubbi: i (tanti) giocatori arrivati si sarebbero ambientati subito? Si sarebbero resi tutti utili alla causa? I giocatori venduti, invece, avrebbero fatto la differenza altrove? Sarebbero stati oggetto di rimpianto? 

A queste ultime due domande, sulle quali ci concentriamo in questo momento, possiamo rispondere tranquillamente di no. Impossibile non riferirsi soprattutto a tre giocatori: Kovacic, Shaqiri, Hernanes. Il primo non è mai entrato nel cuore dei tifosi delle merengues, sta vivendo da un anno una continua involuzione, che rischia di etichettarlo ancor di più sotto la pesante targhetta di: “incompiuto”. Tanta panchina, poca titolarità, comparse tanto per, poche giocate e un solo goal. Non proprio una roba da leccarsi i baffi. Venduto per una cifra superiore ai 30 milioni di euro (bonus compresi), nessuno lo rivorrebbe a San Siro. Forse, invece, lo rimanderebbero indietro dal Bernabeu. Certo, nel nostro centrocampo langue un po’ di tecnica, ma il connazionale Brozovic si sta dimostrando più completo e anche con maggiore personalità.shaqiri_getty__2_

Un altro che doveva lasciare il segno, all’Inter e altrove, ma non lo sta facendo e non lo ha fatto, è Xherdan Shaqiri, svizzero bocciato da Mancini dopo 6 mesi e tante panchine. Venduto allo Stoke City per una buonissima cifra, in Inghilterra è titolare fisso, ma vive di grande discontinuità, con due soli goal e qualche assist. Forse i Potters si aspettavano molto di più da uno con la sua esperienza e il suo background. In Inghilterra, dove i giornali non sono mai timidi verso i calciatori, lo hanno già battezzato come flop. Il buon Perisic delle ultime giornate ha eclissato ancor di più, se mai ce ne fosse bisogno, il suo ricordo.

Tra i tre sopraccitati, l’unico che potrebbe ampliare la sua bacheca personale è Hernanes, in gioco in due competizioni con la Juventus. Una Juve della quale non può definirsi un protagonista. Arrivato per fare il trequartista, è stato riciclato come regista, ma di riserva. Poco campo, qualche presenza importante, ma ancora tabellino non timbrato. Ai tifosi nerazzurri è capitato di rimpiangere di peggio. hernanes

E che dire di quegli scarti di gennaio, da Guarin a Dodò, fino a Ranocchia e Montoya: all’orizzonte non si vedono gesta e risultati che possano scaturire un minimo di nostalgia. Incredibile la parabola dell’ex capitano, che nelle primissime esperienze blucerchiate ha collezionato errori di rara grossolaneria, per fortuna ora distanti dalle sponde del Naviglio. Per quest’anno si può dire, con estrema sicurezza, che il mercato delle uscite ha funzionato perfettamente. Al passato non si guarda più, o almeno, senza alcun tipo di rimpianto. Anche perché, considerando i risultati ottenuti in era recente, sarebbe stato impossibile il contrario.

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