Rammarichi che aumentano, cosa è successo in quei due mesi dopo la sosta?

Se c’è qualcosa su cui il tifoso interista ha da recriminare, è l’andamento dei primi due mesi del 2016, gennaio e febbraio, dove la squadra ha compromesso del tutto i suoi sogni scudettati e complicato di molto anche le possibilità di accesso in Champions League. Un cammino degno di una squadra che lotta per non retrocedere, non di una compagine con ambizioni europee di elite.

Come può la squadra delle ultime giornate o del 2015 aver collezionato una serie di brutte figure, prestazioni raccapriccianti con partite buttate al vento e altre perse senza mordente? Le ferite peggiori sono probabilmente le sfide con le cosiddette piccole, dal Verona al Carpi, passando per il suicidio interno contro il Sassuolo, partita in cui la sorte, tanto citata a favore di Mancini nei primi mesi, voltò del tutto le spalle a Icardi e compagni. Ma  non si può non pensare ad alcune partite perse e giocate senza il mordente necessario, derby e Juventus, dove si evidenziavano in maniera netta i due problemi principali del gruppo: testa e gambe.

Infatti, la preparazione durante le vacanze a Dubai, che già quasi costò uno scudetto nel 2008, ha ancora una volta prodotto effetti nocivi: erano scomparse la reattività e l’energia dei primi mesi e le tante partite smarrite al novantesimo e oltre erano segnali di un gruppo che non aveva più il giusto ritmo partita, come testimoniano pure degli incontri in cui è mancata la giusta reazione a dei pessimi inizi.

Al fattore fisico, però, è doveroso aggiungere l’aspetto mentale, che ha condizionato molto gli uomini di Mancini, che hanno impiegato troppo tempo per reagire alle difficoltà. I primi risultati difficili sono stati assorbiti con pessimismo e la svolta emotiva è arrivata solamente con la sfiorata rimonta di Coppa Italia, che ha dato consapevolezza al gruppo delle sue qualità. Ora la strada è in salita, ma mancano ancora diverse partite per cercare di non rimpiangere questi mesi freddissimi, e non per la temperatura.

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