Medel, una vita da mediano sottovalutato: copre e non sbaglia mai

Ligabue ha cantato una vita da mediano, le sue difficoltà, la sua propensione alla corsa, al sacrificio, alla generosità, l’impossibilità di ergersi a protagonisti, ma la straordinaria utilità all’interno di una squadra. Banale pensare a Medel, ma c’è qualcosa di meglio che possa descriverlo? Pensiamo di no.

Anche ieri il cileno non ha steccato, ha fornito il suo immancabile contributo prezioso, restando però nell’ombra in favore del suo compagno di reparto Brozovic. Eppure il Pitbull anche ieri ha ringhiato come in pochi sanno fare, non ha patito l’estero di Pjanic, la forza di Naingollan, l’esperienza di Keita. Niente affatto, sempre lì, sul pezzo, pronto a mettere una pezza dove servisse, a coprire qualche falla, a recuperare il pallone e a dare il via all’azione, come nell’occasione dell’1 a o, quando il suo pressing e il suo recupero hanno dato vita al goal della grande speranza. Perché i mediani sono così, fanno piccole cose che tutti si dimenticano, ma che sono indispensabili per far riuscire quelle grandi.

Banega

Spesso additato come uno dei problemi dell’Inter, andrebbe solo preso e considerato per quello che è: uno straordinario mediano, abilissimo in rottura e nemmeno così in imbarazzo con la palla al piede. Qualcuno ricorda mai una sua palla persa? No, cose semplici spesso ma a volte anche leggermente più difficili, con intelligenza e consapevolezza dei propri limiti, una caratteristica che appartiene solo ai migliori mediani, consci di non avere un piede fenomenale e di non essere deputati a risolvere tutto.

Lui e Brozovic sono una buona coppia. Il bello e il brutto. Il prossimo anno, con qualche brutto in meno, come Melo, e qualche bello in più, come Banega o Soriano, ecco che il brutto potrebbe splendere ancora di più e spiccare, facendosi finalmente riconoscere il proprio merito e la propria importanza, anche se queste cose, ai mediani, importano molto poco.

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