GdS – Duncan: “All’Inter, Mbaye mi chiamava capo, i nerazzurri la mia prima squadra”

Nell’ultima settimana si è parlato tanto di Alfred Duncan per merito dello straordinario gol messo a segno domenica scorsa conto il Milan. Il centrocampista ghanese ha spedito un siluro a 120 km/h sotto l’incrocio della porta difesa da Donnarumma.

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Nel complesso la sua stagione sta andando benissimo. Il giocatore del Sassuolo sta mettendo in mostra tutto il suo talento e la sua fisicità, dimostrando di poter competere anche contro avversari più rinomati di lui.
Duncan ha iniziato la sua carriera all’Inter, dove ha esordito per la prima volta in Serie A. Proprio in un’intervista sulla Gazzetta dello Sport, ha parlato anche dei nerazzurri e del suo provino che lo ha portato in Italia. Ecco le sue parole:

Stramaccioni racconta: “Alfred era il boss del convitto di Interello. Mbaye faceva entrate dure su tutti, ma su di lui no, non si permetteva”.
“Sì, Mbaye mi chiama il ‘capo’. Vivevamo tutti insieme a Interello. Quando facevano casino in salotto, io li facevo stare tutti in silenzio, ma siamo ancora molto amici”

Come si passa da giocare in un collegio a di Cape Coast all’Italia?
“Un amico di mio zio mi ha visto giocare in strada e ha detto che sarei potuto venire qui a giocare. La mia famiglia voleva che studiassi e io volevo diventare giornalista, magari di politica o di economia. Abbiamo provato ed è andata bene: mi ha preso l’Inter”

C’è un aneddoto su quel provino: eravate due giovani africani in campo, Chibsah con le scarpe rosse e Duncan con le scarpe bianche. L’Inter scelse quello con le scarpe bianche. Eravate due giocatori da Serie A. 
Sì, ho fatto il provino con Chibsah e l’Inter è stata la mia prima squadra, perché fino a 12 anni giocavo nel collegio contro altre squadre, poi solo in strada. Quel giorno, però, Ausilio disse: “Lui lo tengo”. Ricordo ancora i primi giorni in Italia: mai sofferto un freddo così

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